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Gli aspetti culturali del management cinese

Autore: Alberto Cossu

La straordinaria crescita della Cina ha avuto inizio poco più di un quarto di secolo fa quando “il piccolo timoniere” Deng Xiaoping arriva al vertice del potere di un paese  traumatizzato dalla rivoluzione culturale e vara a partire dal 1978 un vasto programma di riforme di liberalizzazione dell’economia.  

A lui si attribuisce la famosa battuta secondo cui “non importa che il gatto sia bianco o nero, purché acchiappi i topi”. Si riferiva al fatto che non importava che le riforme verso l’economia di mercato fossero buone o cattive da un punto di vista ideologico ma, piuttosto, che facessero crescere economicamente il paese. In questo modo Deng Xiaoping dimostrava un forte senso di realismo e pragmatismo, le cui radici affondano nella cultura confuciana della Cina. Seguendo la visione pragmatica di Deng Xiaoping la Cina, come sostiene Angelo Rinella “ sembra essersi posta, a modo suo, al passo con l’Occidente, interpretandone i modelli secondo proprie categorie concettuali, raramente riproducendoli con fedeltà al proprio interno, ma piuttosto rivisitandoli. In ogni caso traendone spunti e motivi per avviare processi di rinnovamento”.

A partire dalla fine degli anni settanta viene dato impulso al processo di liberalizzazione dell’economia cinese che porterà il paese ad uno sviluppo continuo fino ai nostri giorni. La politica della porta aperta attuata da Deng favorisce l’attrazione di investitori dall’estero e di ingenti capitali che contribuiscono a far sviluppare un settore privato dinamico.

In questo modo la Cina riforma il suo modello economico dirigista e centralizzato ed inserisce molti elementi che caratterizzano le economie di mercato. I fattori principali del decollo della Cina sono l’orientamento al commercio estero e gli ingenti investimenti degli operatori esteri attratti  dalle potenzialità del mercato e dal basso costo del lavoro. In questo senso il modello adottato dalla Cina è differente da quello del Giappone che invece ha preferito chiudere la sua economia ad investimenti esteri e  sviluppare principalmente le esportazioni.

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Oggi la Cina è il più grande produttore al mondo, l’economia in maggiore crescita, il secondo consumatore al mondo, il più grande risparmiatore al mondo, ed il secondo paese dopo gli Stati Uniti per la spesa militare.

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