Chi siamo

APCO è l'Associazione Professionale Italiana dei Consulenti di Management.

APCO è un’associazione professionale di individui che riunisce e qualifica coloro che in Italia svolgono, in modo continuativo e professionale, l’attività di consulenza organizzativa e direzionale, sia individualmente, sia come associati, partner o dipendenti di società di consulenza.

APCO è stata costituita in Milano nel 1968.

L’appartenenza ad APCO connota consulenti capaci, orgogliosi della propria identità professionale e attenti alla costruzione di un duraturo rapporto con i propri clienti.

APCO rilascia ai propri iscritti un attestato di qualità ai sensi della legge 4/2013 sulle professioni non ordinistiche in quanto inserita in apposito elenco del Ministero dello Sviluppo Economico.

La missione di APCO è:

v  affermare il ruolo ed il valore del consulente di management per lo sviluppo economico dell’Italia
v  aggregare e rappresentare la comunità professionale dei consulenti di management
v  promuovere la crescita professionale e l’aggiornamento continuo dei suoi associati
v  definire standard qualitativi e comportamentali per la professione
v  costruire rapporti di partecipazione, scambio e collaborazione con le organizzazioni nazionali ed internazionali del settore e più in generale gli stakeholder di riferimento
 
Ruolo dell'Associazione
Da oltre 50 anni APCO esercita un importante ruolo di filtro e di tutela della professione.

Per l'impresa che utilizza la consulenza di direzione è importante l’esistenza di un’associazione che lavori costantemente per migliorare la relazione tra consulenza e mercato, e qualificando i consulenti, consenta l’individuazione e selezione dei consulenti più adeguati al singolo progetto.

Per il management consultant è fondamentale avere un riferimento istituzionale e formativo per la propria professione, avere un’ associazione che qualifichi la competenza del singolo consulente e renda pubblico il quadro delle caratteristiche peculiari per l'esercizio di incarichi di consulenza di direzione.

Per la comunità degli affari è indispensabile l'esistenza di un'associazione professionale che controlli il rispetto del codice di etica ed i requisiti minimi di esperienza e di continuità nella professione.

Partecipazioni - Membership

APCO gioca un ruolo attivo nel contesto della rappresentanza delle associazioni professionali, della normazione di settore e dello sviluppo sostenibile, sia a livello nazionale sia a livello internazionale.

Per l'ambito di rappresentanza professionale, APCO è associata a :

Confcommercio Professioni, la Federazione di settore di Confcommercio-Imprese per l'Italia che riunisce le Associazioni professionali del sistema confederale;

CMC-Global, l'International Council of Management Consulting Institutes, che riunisce le associazioni professionali nazionali dei consulenti di management che hanno finalità comuni, condividono i valori e adottano il medesimo schema di qualificazione professionale internazionale (CMC - Certified Management Consultant)

Per l'ambito della normazione di settore, APCO è associata a:

UNI, l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione di cui è membro fondatore del gruppo di lavoro GL1 della Commissione Servizi per la normazione riguardante la consulenza di management;

ACCREDIA, l'Ente unico di accreditamento nazionale, di cui è membro del Comitato di Indirizzo e Garanzia.

Per l'ambito dello sviluppo sostenibile, aderisce all'ASviS Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - di cui è membro di alcuni gruppi di lavoro e partecipa con propri eventi al Festival nazionale dello Sviluppo Sostenibile che si svolge ogni anno.

APCO, inoltre, stringe rapporti di collaborazione inter-associativa con altre associazioni per la diffusione e lo sviluppo della cultura e delle buone prassi nella consulenza e nel management e, più in generale, delle tematiche riguardanti il management.

APCO ha siglato protocolli d'intesa con la funzione pubblica, con entità accademiche, di sviluppo territoriale e di promozione dell'innovazione tesi a favorire lo sviluppo della consulenza in specifiche aree di applicazione, della formazione professionale e della gestione dell'innovazione.

In particolare, APCO è un ente riconosciuto dalla funzione pubblica per la formazione permanente degli OIV (Organismi Indipendenti di Valutazione delle performance delle P.P.A.A.).
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Statuto

Indice
Articolo 1. Denominazione - Sede - Durata
Articolo 2. Scopi dell’Associazione
Articolo 3. Consulenza di Management
Articolo 4. Associati e Aderenti

Articolo 5. Organi dell'Associazione
Articolo 6.  Assemblea dei Soci
Articolo 7. Consiglio Direttivo
Articolo 8. Presidente
Articolo 9. Vicepresidenti
  Articolo 10. Tesoriere
Articolo 11. Collegio dei Revisori dei Conti
Articolo 12. Comitato dei Garanti
Articolo 13. Commissione Soci
Articolo 14. Commissione Formazione
Articolo 15. Iniziative e attività istituzionali
Articolo 16. Comunità di pratica
Articolo 17. Patrimonio ed entrate
Articolo 18. Rendiconto
  Articolo 19. Clausola Arbitrale
Articolo 20. Scioglimento
Articolo 21. Disposizione finale


Articolo 1. Denominazione - Sede - Durata 
È costituita con sede in Milano in Corso Venezia 49 e con durata illimitata, l'ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA DEI CONSULENTI DI MANAGEMENT, nel prosieguo indicata come  “APCO”.
APCO è associata all’International Council of Management Consulting Institutes (ICMCI), ne condivide i criteri di qualificazione professionale ed i principi etici, partecipa attivamente alle sue attività in condizioni di parità con gli altri Associati in proporzione al numero dei propri Soci.
APCO associa i Professionisti operanti nella consulenza di management nelle diverse forme societarie, compresi quelli la cui attività è disciplinata dalla Legge 4/2013 e sue eventuali successive modifiche.
L'Associazione non ha scopi di lucro. È comunque prevista un’attività commerciale non prevalente.
L'Associazione, inoltre, su delibera del Consiglio direttivo, può istituire sedi secondarie, sedi periferiche, delegazioni territoriali a dimensione regionale o pluriregionale, rappresentanze.
L’Associazione è disciplinata dal presente statuto e dagli eventuali regolamenti che, approvati secondo le norme statutarie, si rendessero necessari per meglio regolamentare specifici rapporti associativi o attività.

Articolo 2. Scopi dell’Associazione 
Scopi dell'Associazione sono: 
- rappresentare e valorizzare la comunità professionale dei Consulenti di management che esercitino in proprio o presso società o studi di consulenza l'attività professionale di cui all’art. 3;
- promuovere la crescita professionale dei suoi Associati attraverso azioni e/o programmi formativi diversificati e sistematici nonché l'erogazione di altri opportuni servizi anche ai sensi della Legge 4/2013;
- mantenere rapporti di partecipazione, scambio e collaborazione con l’International Council of Management Consulting Institutes (ICMCI) ed eventuali altri Enti internazionali similari;  
- valutare i requisiti di chi intenda ottenere la posizione di Socio Qualificato APCO ovvero Socio Qualificato APCO-CMC, conseguendo anche l'attestato ICMCI di qualificazione internazionale "Certified Management Consultant" (CMC). In entrambi i casi i criteri di rilascio sono esposti nel Regolamento della Commissione Soci; 
- definire l'obbligo per gli Associati di procedere all'aggiornamento permanente, nonchè di prevedere idonei strumenti di verifica che ne accertino l'effettivo adempimento;
- effettuare con cadenza periodica la verifica dei requisiti in possesso dei singoli Associati finalizzata a mantenere lo status stesso di Associato;
- promuovere studi, ricerche, convegni, seminari; 
- pubblicare libri, periodici e bollettini (con esclusione di giornali quotidiani);
• definire, presidiare e diffondere standard qualitativi e comportamentali per la professione promovuendo comportamenti coerenti con il Codice di Etica di APCO e vigilare sull'osservanza dello stesso; 
• sviluppare e mantenere rapporti con altre Associazioni/Organizzazioni italiane ed estere finalizzati anche all’erogazione di servizi agli Associati di entrambe.

Articolo 3. Consulenza di Management
In relazione al presente Statuto, la Consulenza di Management (nel passato indicata come Consulenza di Direzione ed Organizzazione) è un'attività professionale ispirata ad indipendenza di giudizio, esercitata in forma individuale, in forma associata o societaria, o nella forma di lavoro dipendente , destinata a Imprese, Organizzazioni, Enti (cioè soggetti collettivi).
L'attività esige competenza professionale e specialistica, nonché rispetto di valori e di regole di comportamento (etica); si esplica mediante prestazioni professionali quali consigli e pareri, piani, progetti, interventi formativi e assistenza, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione committente.
La competenza professionale e specialistica è intesa, anche ai sensi della Legge 4/2013 e sue eventuali successive modifiche, come:
• competenza qualificata e riconosciuta quale insieme di apparati teorici di riferimento, acquisiti attraverso un processo di apprendimento prolungato e sistematico;
• capacità progettuali e pluralità di esperienze validate attraverso la pratica organizzativa;
• capacità realizzative e distintive.

Le aree tematiche in cui la consulenza direzionale si esercita sono inerenti a: 
• il comportamento dell'organizzazione nell'interazione con l'ambiente, il territorio, l'economia; 
• l'individuazione, il reperimento e l’utilizzo delle risorse umane, tecniche, tecnologiche, finanziarie; 
• l'organizzazione intesa come struttura/processi, la produzione dei risultati in termini di prodotti/servizi e in generale il funzionamento e la gestione delle attività in ottica di efficienza, efficacia, qualità; 
• la gestione del cambiamento, lo sviluppo del business, dell'organizzazione, delle persone.

Le aree applicative nelle quali la consulenza di management viene esercitata sono inerenti a specifici contesti di attività nei quali sono richieste particolari competenze specialistiche connotanti l'applicazione trasversale di competenze funzionali (Comunità di Pratica). 

Articolo 4. Associati e Aderenti
APCO ammette quattro modalità di adesione e precisamente:
1. Soci Qualificati APCO e, fra questi, i Soci Qualificati APCO-CMC;
2. Emeriti CMC;
3. Onorari;
4. Aderenti.

Per tutte le modalità di adesione il Regolamento della Commissione Soci stabilisce:
- i requisiti e le modalità di ammissione;
- le regole di permanenza in Associazione;
- i motivi e le modalità di cessazione.
Condizione essenziale per aderire ad  APCO è l’accettazione incondizionata dello Statuto, dei Regolamenti e del Codice di Etica dell’Associazione.

Non è ammessa la figura dell'associato temporaneo e la quota associativa è intrasmissibile, non è rivalutabile e non è rimborsabile.

4.1. Soci Qualificati APCO e Soci Qualificati  APCO-CMC
Possono essere ammesse a far parte dell'Associazione con la qualifica di SOCIO QUALIFICATO APCO e di SOCIO QUALIFICATO APCO - CMC (Certified Management Consultant) le persone fisiche che, attraverso il processo di accertamento delle competenze definito nel Regolamento della Commissione Soci e, per quanto riguarda il SOCIO QUALIFICATO CMC, secondo lo schema di ICMCI:
- abbiano i requisiti di base richiesti;
- comprovino, attraverso evidenze oggettive, il proprio stato di Consulente di management e l’attenersi, nell'esercizio della professione, agli standard qualitativi richiesti da APCO;
- dimostrino di perseguire un permanente aggiornamento professionale;
- siano in possesso di laurea o percorso formativo altrettanto qualificante.

L'Associato che abbia conseguito la qualificazione CMC può presentarsi pubblicamente, affiancando alla dicitura SOCIO QUALIFICATO APCO la qualifica di CMC - Certified Management Consultant.

Gli Associati QUALIFICATI APCO e QUALIFICATO APCO CMC sono titolari del diritto di voto nelle Assemblee e possono accedere a tutte le cariche sociali.
La qualità di Socio QUALIFICATO APCO e QUALIFICATO APCO CMC si perde per: abbandono dell’attività professionale descritta; non disponibilità o mancato superamento della verifica periodica secondo le frequenze e le modalità definite nel Regolamento della Commissione Soci; dimissioni; morosità; indegnità.

Le modalità di uso delle qualifiche da parte del Socio QUALIFICATO APCO e del Socio QUALIFICATO APCO-CMC sono definite nel Regolamento dell’Uso del Marchio e Loghi Apco.

4.2. Emeriti CMC
Può essere accettato quale CMC Emerito l'Associato APCO che presenti apposita domanda al Consiglio e risponda ai seguenti requisiti:
- sia un CMC regolarmente iscritto;
- sia stato Socio Qualificato APCO CMC per almeno 10 anni;
- eserciti l'attività di consulenza retribuita per meno del 25% del tempo, escluso il lavoro volontario;
- abbia più di 65 anni di età.
L'Emerio CMC:
- può partecipare attivamente alla vita dell'associazione anche quale membro delle Commissioni o Comitati espressi dal Consiglio Direttivo;
- può partecipare all'elettorato attivo per l'elezione delle cariche sociali in assemblea;
- non è tenuto al rinnovo triennale dell'attestazione CMC;
- è tenuto al pagamento della quota associativa annuale solo nella misura del 50% del suo importo ordinario;
- può rientrare nel ruolo di Socio CMC attraverso la procedura di rinnovo triennale dell'attestazione se in possesso dei requisiti richiesti dalla stessa.

4.3. Onorari
Possono inoltre aderire come ONORARI, personalità altamente rappresentative del mondo della consulenza in Italia. 
La qualifica di Onorario è a vita, fatta salva la facoltà dell’interessato di dimettersi. Il numero degli Onorari presenti nell’Associazione non può superare il massimo di dieci.

Gli Onorari non hanno diritto di voto e non possono accedere alle cariche sociali.

Gli Onorari non hanno diritto di voto e non possono accedere alle cariche sociali.

4.4. Aderenti 
Gli ADERENTI  sono le persone fisiche che, pur non possedendo i requisiti richiesti per accedere alle diverse categorie dei Soci Apco, svolgono un’attività avente connessione con la consulenza di management e dimostrano interesse alla professione del consulente di management.

Gli Aderenti  non hanno diritto di voto e non possono accedere alle cariche sociali.

4.5. Uso di marchio e loghi APCO
L’uso del marchio e dei loghi di APCO da parte degli Associati è rigorosamente disciplinato dal Consiglio Direttivo a tutela dell’immagine di Apco e in applicazione delle Legge 4/2013.

4.6. Dimissioni
Il vincolo associativo può cessare da parte dell’Associato ad Apco (Aderenti inclusi) per volontà espressa tramite comunicazione ufficiale scritta (email ordinaria, PEC, Raccomandata RR o equivalenti). Le dimissioni da Apco comportano la decadenza da ogni incarico, elettivo o meno, all’interno dell’Associazione o per conto di questa in qualsiasi altro Organismo esterno.
 
Articolo 5. Organi dell'Associazione 
Sono organi centrali dell'Associazione:
- l’Assemblea dei Soci;
- il Consiglio Direttivo;
- il Presidente;
- i Vicepresidenti;
- il Tesoriere;
- il Collegio dei Revisori dei Conti;
- il Comitato dei Garanti;
- la Commissione Soci;
- la Commissione Formazione.

Sono organi periferici dell’Associazione:
- l’Assemblea di Delegazione;
- il Consiglio di Delegazione;
- il Coordinatore di Delegazione.

Tutti gli Organi dell’Associazione, Assemblee escluse, hanno durata triennale.
I componenti del Collegio dei Revisori, del Comitato dei Garanti e della Commissione Soci non possono fare parte contemporaneamente del Consiglio Direttivo.
Gli organi periferici, la cui attività si realizza nel rispetto del Regolamento per l’istituzione ed il funzionamento di Delegazioni Territoriali, devono adeguare la loro scadenza a quella degli organi centrali.
Gli Associati non possono fare parte del medesimo organo per più di due mandati completi consecutivi. Le modalità di elezione o di nomina alle cariche sociali sono specificate nei Regolamenti.

Articolo 6.  Assemblea dei Soci
L'Assemblea dei Soci è costituita da tutti i Soci Qualificati APCO e Qualificati APCO-CMC in regola con il versamento dei contributi associativi entro i termini stabiliti. Si riunisce almeno una volta all'anno, in seduta ordinaria,  per l'approvazione del bilancio preventivo e consuntivo e, in seduta straordinaria, tutte le volte che lo richiedano: il Presidente o la maggioranza del Consiglio Direttivo ovvero almeno un decimo dei Soci Qualificati.
L'Assemblea viene convocata dal Presidente o, in sua assenza, dal Vice Presidente Vicario o, in mancanza di questo, dal Vice Presidente con maggiore anzianità in Associazione, per posta elettronica, semplice o PEC, ovvero con lettera raccomandata da spedirsi almeno 20 giorni prima della data fissata per la riunione.
Qualora sussistano elementi di contrasto fra Presidente e Consiglio circa la convocazione dell'assemblea straordinaria, il Presidente, pur mantenendo la propria libertà d'azione, si consulterà preventivamente con il Comitato dei Garanti.
L'Assemblea, sia in seduta ordinaria che straordinaria, è validamente costituita, in prima convocazione, quando sono presenti tanti Associati che dispongono, in proprio o per delega, ove ammessa, della metà più uno degli aventi diritto di voto.
L'Assemblea, sia in seduta ordinaria che straordinaria, in seconda convocazione è valida con la presenza di almeno il 10% degli Associati aventi diritto di voto.
Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e in quelle che riguardano la loro responsabilità i membri del Consiglio non hanno diritto di voto.
Per le variazioni dello Statuto è richiesta la maggioranza dei due terzi dei presenti, votanti in proprio o per delega.
Gli Onorari e gli Aderenti possono presenziare all'Assemblea senza diritto di voto.
L’Assemblea è presieduta da uno dei Soci Qualificati APCO ovvero dei Soci Qualificati APCO-CMC presenti, Presidente incluso, nominato dall’Assemblea stessa.
Delle riunioni dell'Assemblea si redige processo verbale firmato dal Presidente dell'Assemblea e dal Segretario nominato dal Presidente. Il verbale viene messo a disposizione di tutti gli Associati.
L’Assemblea può svolgersi con interventi dislocati in più luoghi, contigui o distanti, audio/video collegati, a condizione che siano rispettati il metodo collegiale e i principi di buona fede e di parità di trattamento degli associati, ed in particolare a condizione che:
a. sia consentito al Presidente dell'Assemblea, anche a mezzo del proprio ufficio di presidenza, di accertare l'identità e la legittimazione degli intervenuti, regolare svolgimento dell'adunanza, constatare e percepire adeguatamente gli eventi assembleari oggetto di verbalizzazione;
b. sia consentito al soggetto verbalizzante di percepire adeguatamente gli eventi assembleari oggetto di verbalizzazione;
c. sia consentito agli intervenuti di partecipare alla discussione e alla votazione simultanea sugli argomenti all'ordine del giorno nonchè di visionare, ricevere o trasmettere documenti.
L'Assemblea:
a. elegge il Presidente dell'Associazione;
b. elegge il Consiglio Direttivo;
c. elegge i Membri del Comitato dei Garanti, i Revisori dei Conti ed i Presidenti dei due Organi associativi;
d. approva il programma triennale proposto dal Presidente;
e. approva i piani operativi pluriennali ed annuali proposti dal Consiglio Direttivo;
f. approva, su proposta del Consiglio Direttivo, i bilanci preventivo e consuntivo; 
g. delibera i rapporti di confluenza in APCO di altre Associazioni;
h. approva eventuali modifiche allo Statuto;
i.  approva e modifica il Codice di Etica dell'Associazione;
j.  delibera la fusione di APCO in altre Associazioni o lo scioglimento dell'Associazione;
k. discute e delibera relativamente ad ogni altro argomento posto all'ordine del giorno.
Ogni Associato votante, presente di persona all’Assemblea, può rappresentare, con delega scritta, non più di due altri Associati aventi diritto di voto. E’ prevista la possibilità di introdurre forme di voto informatico a distanza, le cui modalità sono definite nel Regolamento di Attuazione e Partecipazione.

Articolo 7. Consiglio Direttivo 
Il Consiglio Direttivo assicura il conseguimento degli scopi dell'Associazione, la messa in atto delle delibere dell’Assemblea ed è investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell'Associazione.
Il Consiglio Direttivo è composto da un numero pari di consiglieri, variabile fra 6 e 14, eletti dall’Assemblea fra i Soci Qualificati APCO e Qualificati APCO-CMC  e dal Presidente.
L’Assemblea precedente a quella in cui si voterà decide, su proposta motivata del Consiglio Direttivo , il numero dei Consiglieri da eleggere.
Fa inoltre parte di diritto del Consiglio Direttivo, per la durata di un anno, senza diritto di voto, l'ultimo Presidente dell'Associazione, se non rieletto.
Il Consiglio Direttivo si riunisce almeno sei volte nell’anno solare, con almeno una riunione ogni trimestre, su richiesta del Presidente o di almeno un terzo dei Consiglieri.

Il Consiglio Direttivo è presieduto dal Presidente dell’Associazione e, in sua assenza, rispettivamente da:
- il Vicepresidente Vicario;
- il Vicepresidente con maggiore anzianità in Associazione;
- il Consigliere con maggiore anzianità in Associazione.

Il Consiglio Direttivo:
a. istituisce la Commissione Soci e la Commissione Formazione e ne nomina i rispettivi Coordinatori
b. delibera l’accettazione degli Associati e la qualifica degli stessi, sulla base della proposta formulata dalla Commissione Soci;
c. delibera la decadenza del Consigliere che non partecipi per almeno due volte consecutive al Consiglio Direttivo e non ne dia giustificazione per gravi motivi, delibera altresì la sua sostituzione con il primo dei non eletti nella stessa sessione elettorale o, in mancanza, con il primo dei non eletti nella sessione più recente;
d. emana, modifica e annulla i Regolamenti dell’Associazione;
e. designa o revoca i delegati dell'Associazione presso organismi esterni;
f. nomina il Tesoriere;
g. procede all'assunzione di eventuali Dipendenti, determinandone l’inquadramento e la retribuzione;
h. delibera la costituzione, la modifica e la soppressione di Delegazioni Territoriali e ne nomina i relativi Coordinatori verificandone semestralmente le attività;
i. approva la proposta di bilancio preventivo e consuntivo da sottoporre alla approvazione dell’Assemblea Generale;
j. determina, su proposta del Presidente, le quote dei contributi associativi ed  i termini entro i quali devono essere versate, pena la decadenza da Associato a norma della Legge n. 4/2013 e sue eventuali successive modifiche;
k. delibera, su proposta del Presidente, la partecipazione a Bandi e Finanziamenti pubblici e a raccolta fondi per pubblica sottoscrizione;
l. approva, su proposta del Presidente, la costituzione di Gruppi di Progetto, e qualsiasi altra iniziativa istituzionale, nominandone il Responsabile, nonché il loro cambiamento o scioglimento;
m. approva, su proposta del Presidente, la costituzione delle Comunità di Pratica, nominandone il Responsabile, nonchè la sostituzione dello stessoo lo scioglimento motivato della Comunità di Pratica;
n. discute e delibera relativamente ad ogni altro argomento posto all’ordine del giorno, se non di competenza dell’Assemblea.

Le riunioni del Consiglio Direttivo sono valide con la presenza della maggioranza dei componenti del Consiglio, presenti o collegati online. Le deliberazioni vengono prese a maggioranza dei presenti, senza tenere conto degli astenuti.

Le modalità di convocazione e svolgimento del Consiglio Direttivo sono specificate dal Regolamento di Attuazione e Partecipazione.

Articolo 8. Presidente
Il Presidente è eletto dall'Assemblea ogni tre anni fra i Soci Qualificati-APCO e Qualificati APCO-CMC.
Egli ha la rappresentanza dell'Associazione nei confronti dei terzi ed in giudizio ed ha cura dell'esecuzione dei deliberati dell'Assemblea e del Consiglio Direttivo.

È compito del Presidente provvedere alla registrazione pubblica dello Statuto che presenti modifiche, entro tre mesi dall'approvazione delle stesse.
 
Il Presidente:
o. convoca l’Assemblea;
p. convoca e presiede il Consiglio Direttivo;
q. nomina i Vicepresidenti;
r. propone la costituzione di Gruppi di Progetto, delle Comunità di pratica e qualsiasi altra iniziativa istituzionale;
s. indirizza e controlla la gestione economica dell’Associazione affidata al Tesoriere; 
t. propone le quote associative;
u. formalizza l’ammissione di nuovi Soci o il cambiamento di qualifica di quelli in Associazione;
v. comunica le decisioni assunte dal Comitato dei Garanti.
In caso di dimissioni, decesso, decadenza, impedimento permanente del Presidente, ne fa le veci il Vice Presidente Vicario fino al termine del mandato.

Articolo 9. Vicepresidenti 
I Vicepresidenti vengono nominati dal Presidente fra i componenti del Consiglio Direttivo, in numero non superiore ad un terzo dei Consiglieri, uno dei quali deve avere la qualifica di Vicepresidente Vicario.
Ai Vicepresidenti il Presidente affida incarichi particolari, con particolare riferimento alle iniziative istituzionali. 

I Vicepresidenti fanno le veci del Presidente, in questo ordine:
- il Vicepresidente Vicario;
- il Vicepresidente con maggiore anzianità in Associazione.

Articolo 10. Tesoriere
E' un Socio Qualificato APCO ovvero Socio Qualificato APCO-CMC, nominato dal Consiglio Direttivo con il compito di sovrintendere alla gestione economica e finanziaria dell'Associazione, in conformità alle deliberazioni dell'Assemblea e del Consiglio Direttivo.
Qualora già non faccia parte del Consiglio Direttivo, partecipa alle sedute del medesimo ogni qual volta siano all'ordine del giorno argomenti che coinvolgono la sua attività.

La revisione dei conti dell'Associazione è curata dal Collegio dei Revisori dei Conti, composto da un Presidente, da due membri effettivi e da un supplente, tutti eletti dall'Assemblea tra i Soci Qualificati APCO ovvero Qualificati APCO-CMC con qualifiche idonee allo scopo e al di fuori dei componenti del Consiglio Direttivo.

Il Collegio verifica periodicamente la regolarità formale e sostanziale della contabilità, la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili, accerta la consistenza di cassa e l’esistenza dei valori e dei titoli di proprietà dell’associazione, redige apposita relazione da allegare al bilancio consuntivo.

Il Comitato dei Granti è l'organo collegiale di orientamento e di controllo dell'agire professionale degli associati APCO e contribuisce a tutelare l'immagine della consulenza di management e la reputazione dell'Associazione.

E' composto da un Presidente, da due membri effettivi e da un supplente, eletti dall'Assemblea dei Soci tra i Soci Qualificati APCO e i Soci Qualificati APCO-CMC al di fuori dei componenti del Consiglio Direttivo e con esperienza, prestigio ed autorevolezza idonee al ruolo e alle responsabilità.
Il Comitato dei Garanti resta in carica pe tre anni e i suoi componenti non sono rieleggibili per più di una volta consecutivamente.

Il Comitato dei Garanti:
- promuove tra i soci l'attenzione all'etica dei comportamenti professionali e coopera, a questo fine, con gli altri organi dell'Associazione;
- vigila sul rispetto del Codice di Etica e avvia, su segnalazione del Consiglio Direttivo o di altri colleghi o di soggetti terzi o quando comunque abbia notizia di comportamenti potenzialmente non corretti, la fase istruttoria per verificare la sussistenza di eventuali violazioni messe in atto da soci;
- in caso di valutazione accertata di comportamenti lesivi del Codice di Etica, eroga le sanzioni previste e ne dà comunicazione al Presidente dell'Associazioneche provvede alla loro attuazione;
- interviene, su richiesta e con l'esclusione di qualsiasi altra giurisdizione, in caso di controversie che insorgano tra soci o tra l'Associazione e un Socio e, qualora non rilevi la sussistenza di comportamenti lesivi, si adopera per un'amichevole composizione della vertenza. In ogni caso giudica senza alcun vincolo e con lodo formulato anche in via di equità, che gli Associati e la stessa Associazione si impegnano ad accettare senza riserve, con rinuncia espressa ad ogni impugnazione;
- monitora il regolare funzionamento dell'Associazione e dei suoi organi e, su richiesta del Presidente, esprime pareri sulla corretta interpretazione delle regole associative.
Le modalità operative del processo sanzionatorio sono descritte nel Regolamento di Attuazione e Partecipazione.

Articolo 13. Commissione Soci
La Commissione Soci è composta da un numero di Soci Qualificati APCO-CMC non inferiore a tre e non superiore a 10, nominati dal Consiglio Direttivo che ne designa anche il Coordinatore. 

Possono farne parte i Soci Qualificati APCO-CMC che ne facciano richiesta al Presidente, esclusi i membri del Consiglio Direttivo.

Compiti della Commissione sono:
• l’esame preventivo per l’ammissione di un nuovo Socio da parte del Consiglio Direttivo;
• la gestione del cambiamento di qualifica dei Soci, compresa la qualificazione CMC;
• l’approvazione formale per l’entrata in Associazione degli Aderenti. Relativamente a questa attività la Commissione avanza proposte al Consiglio Direttivo per le decisioni in proposito.

La Commissione opera nel rispetto del Regolamento della Commissione Soci, che stabilisce:
- i requisiti e le modalità di ammissione;
- le regole di permanenza in Associazione; 
- i motivi e le modalità di cessazione.
La Commissione Soci può venire integrata con esponenti esterni in rappresentanza degli stakeholder. Le condizioni dell'inserimento degli esponenti esterni sono definite dal Consiglio nell'ambito del Regolamento della Commissione Soci.

Il Coordinatore della Commissione partecipa alle sedute del Consiglio Direttivo ogni qual volta siano all’ordine del giorno argomenti che coinvolgono l’attività della Commissione.
La Commissione Formazione è composta da un numero di Soci  Qualificati APCO e Qualificati APCO-CMC non inferiore a quattro e non superiore a otto (incluso il Coordinatore), nominati dal Consiglio Direttivo, che ne designa anche il Coordinatore.

La Commissione opera in coerenza all’articolo 5 comma 2 lettera D della Legge 4/2013. 

Tale Commissione è dedicata alla formazione permanente principalmente degli Associati e più in generale di chi esercita la professione di consulente di management. Ha funzioni consultive e di proposta per l’organizzazione delle aree di indirizzo inerenti la formazione e realizza il collegamento organico fra l’Associazione e gli Associati per l’aggiornamento professionale e l’allineamento delle competenze manageriali. Esprime altresì pareri su argomenti e progetti formativi sottoposti dal Presidente, dai membri del Consiglio Direttivo, dalle Delegazioni Territoriali e dalla Commissione Soci. Ha anche cura di individuare tutte le forme di finanziamento offerte dalle Regioni, Stato ,U.E. e di indirizzare l’avvio dei relativi progetti formativi.

Obiettivi della Commissione Formazione sono quindi:
• la progettazione;
• la pianificazione;
• il coordinamento;
• lo sviluppo e il monitoraggio dell’attività formativa, sia  nella sua complessività, sia con riferimento ai singoli corsi ed ai singoli soci. Deve garantire che le iniziative formative promosse suscitino interesse negli Associati e nel mercato, ampliando quindi la base associativa  e ponendo attenzione anche agli aspetti economici di tale attività.

La Commissione propone al Consiglio Direttivo i nominativi degli esperti cui affidare la responsabilità del singolo programma ovvero del singolo evento formativo definito.

Di concerto con la Tesoreria, imposta il budget annuale delle attività formative e ne monitora l’andamento, riferendone poi al Consiglio Direttivo. Il Coordinatore della Commissione, qualora non ne sia già Componente, partecipa alla sedute del Consiglio Direttivo ogni qual volta siano all’ordine del giorno argomenti che coinvolgono l’attività della Commissione.
Alla Commissione formazione compete la valutazione e la proposta al Consiglio dell'accreditamento delle attività formative altrui, contestualmente alla valutazione dei crediti da attribuire loro. La Commissione formazione ha il compito di proporre al Consiglio l'attribuzione dei crediti anche per le attività formative e associative di APCO.
In carenza di possibilità di esame da parte della Commissione formazione, spetta al Coordinatore della Commissione formazione, d'intesa con il Presidente, la proposta di attribuzione dei crediti formativi da sottoporre poi a ratifica del Consiglio.

Articolo 15. Iniziative e attività istituzionali
Il perseguimento dei fini istituzionali generali e politici dell’Associazione è concretamente attuato attraverso iniziative e attività poste in essere dagli Organi Associativi Centrali e dalle Delegazioni Territoriali, sedi periferiche, filiali e rappresentanze nell’ambito delle direttive del Consiglio Direttivo.

Il Consiglio Direttivo può decidere di delegare a singoli Associati, anche al di fuori del Consiglio stesso, il coordinamento di iniziative e/o attività per specifici temi e/o aree di attività istituzionali permanenti, anche considerate strategiche.  
Accanto alle iniziative/attività strutturali e permanenti di cui sopra, possono essere promosse e avviate attività con caratteristiche di  progetto, con obiettivi e durata prefissati.

Tutte le attività istituzionali esercitate dagli Associati non sono remunerate, fatti salvi eventuali rimborsi spese autorizzati dal Consiglio Direttivo.

Il Presidente ed il Tesoriere hanno diritto ad uno specifico compenso definito annualmente dal Consiglio nella fase di redazione del bilancio preventivo.

Articolo 16. Comunità di Pratica
In linea con quanto previsto dall'art. 3, sono istituite le Comunità di Pratica. Esse sono unità organizzative inerenti specifici contesti di attività nei quali siano richieste particolari competenze specialistiche connotanti l'applicazione trasversale di competenze funzionali a quei contesti. Esse sono normate nell'apposito Regolamento per la creazione e la gestione delle Comunità di Pratica.
I Coordinatori delle Comunità di Pratica possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, su invito del Presidente, senza diritto di voto.

Articolo 17. Patrimonio ed entrate
Il patrimonio dell'Associazione è costituito da:
- fondi costituiti con avanzi dell'esercizio precedente;
- erogazioni, donazioni, lasciti di Associati e di terzi;
- beni mobili e immobili che diverranno di proprietà dell'Associazione;
- contributi straordinari dei Soci.

L'Associazione nello svolgimento della propria attività opera per mezzo delle seguenti entrate:
- dalle quote sociali;
- da prestazioni di servizi convenzionati;
- da proventi delle cessioni di beni o prestazione di servizi agli associati e a terzi, anche attraverso lo svolgimento di attività economiche di natura commerciale svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali;
- da entrate ottenute attraverso la partecipazione a bandi e finanziamenti pubblici;
- da contributi di enti pubblici nonchè di sponsorizzazioni nazionali e internazionali;
- da altre entrate compatibili con le finalità sociali compresi fondi raccolti per pubblica sottoscrizione (a titolo esemplificativo il crowdfunding).

Le quote sono annuali ed il loro versamento deve avvenire in via anticipata all'atto della prima iscrizione, quando accettata dal Consiglio Direttivo, e successivamente all'inizio di ogni anno sociale secondo quanto stabilito dal COnsiglio Direttivo.

Il Consiglio Direttivo potrà inoltre stabilire quote di ammissione "una tantum" da versarsi all'atto della prima iscrizione e ai fini dell'ammissione all'esame di qualificazione, nonchè del rinnovo della stessa.

E' facoltà di ogni Socio effettuare erogazioni e versamenti volontari.

Articolo 18. Rendiconto
L'esercizio finanziario chiude il 31 dicembre di ogni anno.
Verranno predisposti dal Consiglio Direttivo, su proposta del Tesoriere, il rendiconto consuntivo e il preventivo del successivo esercizio che dovranno essere sottoposti all'approvazione dell'Assemblea.

Articolo 19. Clausola Arbitrale
Tutte le eventuali controversie, di qualsiasi natura, che potessero insorgere tra gli associati, ovvero tra uno o più associati e l'Associazione, anche in ordine alle disposizioni del  Codice di Etica e dei Regolamenti,  saranno sottoposte, con l'esclusione di qualsiasi altra giurisdizione, all'esame e al potere decisionale del Cmitato dei Garanti.
Il Comitato dei GarantiI giudicherà senza alcuna vincolo e con lodo formulato anche in via di equità, che gli Associati e la stessa Associazione si impegnano ad accettare senza riserve, con rinuncia espressa ad ogni impugnazione.

Articolo 20. Scioglimento
Per deliberare lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio occorrono le maggioranze di Legge. L'assemblea che delibera lo scioglimento dell'associazione nomina uno o più liquidatori, scelto/i anche fra i non associati determinandone i compensi e delibera sulla destinazione del patrimonio che residua dalla liquidazione stessa a favore di altra Associazione con finalità analoghe o a fini di pubblica utilità, sentito l'organo di controllo, ove esista, e salva diversa destinazione prevista dalla legge.

Articolo 21. Disposizione finale
Per tutto quanto previsto dal presente statuto si fa rinvio alle norme del Codice Civile.

Approvato dall’Assemblea il 18 aprile 2016


Codice di Etica

Indice
Presentazione
Articolo 1 - Norme Generali
Articolo 2 - Il contratto e le reciproche aspettative
Articolo 3 - Integrità e indipendenza
Articolo 4 - Responsabilità sociale
  Articolo 5 - Cooperazione e concorrenza leale
Articolo 6 - Sanzioni


PRESENTAZIONE
APCO, Associazione Professionale Italiana  dei Consulenti di Management, dal 1968 riunisce e qualifica coloro che svolgono, in modo continuativo e professionale, l’attività di management consultant, sia individualmente, che come associati o dipendenti di Società di consulenza. E’ associata all’International Council of Management Consulting Institutes (ICMCI) e ne condivide i criteri di qualificazione professionale ed i principi etici, anche partecipando attivamente alle sue attività.

La Missione di APCO è:
· rappresentare e promuovere la professione del management consultant;
· sviluppare e animare la comunità dei professionisti della consulenza di management;
· definire, presidiare e diffondere gli standard qualitativi per la professione;
· sostenere efficacemente e responsabilmente il ruolo di rappresentante dell’immagine dell’Associazione nelle interazioni con il mercato e nei contatti esterni;
· assicurare rappresentanza degli associati presso istituzioni pubbliche, associazioni di categoria e organizzazioni degli imprenditori.

APCO disponeva da tempo di un Codice etico, ma nel corso del 2015 ha ritenuto opportuno rivederlo – anzitutto nell’impostazione ‐ per tener conto dei cambiamenti di scenario che interessato il mondo della consulenza di management e farne uno strumento più efficace di orientamento dell’agire professionale. Il crescente rilievo che la consulenza di management ha assunto nell’economia della conoscenza e nella diffusione dell’innovazione tra i clienti, pubblici e privati, rafforza l’esigenza di una condotta etica nell’azione professionale: l’etica assume una dimensione strategica come fattore moltiplicatore della qualità della prestazione, esercizio concreto della responsabilità sociale del consulente e elemento fondamentale della costruzione di un mercato professionale aperto, libero, trasparente, in regime di concorrenza.

Nella nuova impostazione il Codice etico definisce un sistema di valori e di regole di condotta capace di orientare i comportamenti professionali e di contribuire a costruire cittadinanza APCO, cioè a produrre identità, appartenenza e reputazione. Questa impostazione mette l’accento sullo spazio di autonomia che viene lasciato al consulente di management nel dare applicazione alle regole condivise e permette di superare:

- una visione prescrittiva, che non è più sufficiente in uno scenario complesso e variabile come quello in cui opera la consulenza di management;

- una visione ancorata esclusivamente a principi generali, che dispone di una  difficile valenza operativa.

In linea con questa impostazione, il nuovo Codice etico si articola in tre parti:

- la prima definisce i valori su cui si fonda la visione dell’etica della consulenza di management di APCO; valori a cui il consulente APCO deve ispirare il proprio agire professionale, anche nelle situazioni in cui ci sia carenza di regole specifiche;

- la seconda, a partire da questi valori e dalla loro declinazione in principi‐guida, definisce regole di condotta precauzionali che non pretendono di esaurire tutti i casi in cui i valori e i principi devono trovare applicazione, ma fornisce loro concretezza ed evidenza operativa nelle situazioni che oggi è possibile tipizzare;

- la terza definisce le sanzioni che conseguono alla violazione del Codice di Etica e il processo con cui vengono erogate, con le relative responsabilità.

Il Codice di Etica APCO è coerente con le disposizioni della Legge 4 / 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” e ne rafforza l’impostazione con l’obiettivo di garantire al mercato e a tutti i portatori di interesse la qualità e l’eticità dell’agire professionale del consulente di management.

PARTE PRIMA

I valori fondanti dell’etica professionale del consulente di management APCO

L’etica esprime un sistema di valori, specifico di ogni professione, che tende a produrre identità ed appartenenza e a guidare i comportamenti dei soci.

Configurano   la   visione   etica   della   consulenza   di   management   di   APCO   quattro   valori fondamentali:
· Il rispetto delle reciproche aspettative – implicite ed esplicite – del cliente e del consulente
Rappresenta  la  centralità  della  relazione  cliente‐consulente,  nelle  sue  evoluzioni  nel tempo.
Principi‐guida:  centralità  del  contratto,  fiducia  e  autorevolezza,  condotta  contrattuale, riservatezza e privacy.

· L'integrità e l'indipendenza dell'azione professionale.
Rappresenta il mantenimento dell’indipendenza, dell’oggettività ed imparzialità dell’agire e del giudizio (avalutatività), nei contesti professionali in cui si opera.
Principi‐guida: autonomia del cliente, indipendenza del consulente, trasparenza, crescita professionale.

· La responsabilità sociale
Rappresenta l’essere socialmente responsabili, cioè consapevoli delle ricadute dell’attività consulenziale sugli stakeholder del cliente e più in generale sulla società, comprese le generazioni future, e darne evidenza.
Principi‐guida: reputazione, legalità, sostenibilità, pari opportunità e uguaglianza.

· La cooperazione  e la concorrenza leale  con i colleghi.
Presuppone il concetto di appartenenza all’associazione facendo convivere la propria identità individuale con l’identità associativa e la trasparenza nell’assumere comportamenti, attivare e realizzare azioni nel rispetto reciproco tra colleghi.
Principi‐guida: cooperazione, circolazione delle conoscenze, rispetto dei colleghi/e, lealtà nella competizione.

In linea con questi valori, l’oggetto dell’etica professionale riguarda:
·   la prestazione intesa come processo e come output;
·   i rapporti tra il consulente, il cliente e il sistema organizzativo cliente;
·   i rapporti con i colleghi e la comunità professionale;
·   i rapporti interni ad APCO;
·   i rapporti con la generalità degli stakeholder.

PARTE SECONDA

Articolo 1. Norme Generali.

Iscrivendosi ad APCO ogni Consulente:
a. si impegna al rispetto del presente Codice di Etica, sottoscritto all’atto dell’iscrizione all’Associazione, e si rende garante nei confronti di APCO e dei suoi iscritti, che il proprio comportamento sia conforme ai principi del codice stesso;
b. è tenuto ad agire nel rispetto dello Statuto associativo e dei successivi regolamenti attuativi, uniformando la propria attività agli scopi in essa enunciati ed adeguandosi ad ogni altra iniziativa assunta a tal fine dall’Associazione;
c. si impegna a conoscere ed applicare le norme nazionali ed internazionali di riferimento e ad uniformare il più possibile la propria attività ai contenuti della norma stessa;
d. si sottopone, con cadenza triennale, alla verifica dell’aggiornamento professionale richiesta da APCO, anche ai sensi della Legge 4/2013, ai fini del mantenimento della qualifica APCO;
e. è obbligato a sottoporsi al giudizio dei competenti Organi Associativi per la valutazione dei comportamenti posti in essere, qualora emergesse contrasto fra tali comportamenti ed i principi enunciati nel presente Codice Etico;
f. deve ispirare la propria azione professionale alle regole di condotta definite da APCO e, nei casi non espressamente previsti, deve sempre comportarsi in  maniera  tale  da salvaguardare l’immagine e la reputazione della professione e dell'Associazione.

Articolo 2 – Il contratto e le reciproche aspettative

Il/la Consulente opera nel rispetto dell’incarico assunto con il Cliente allo scopo di soddisfare le reciproche attese dichiarate e concordate.

Regole di condotta precauzionali

2.1.  Centralità del contratto.
Il/la Consulente:
· esplicita con chiarezza nella proposta le  attività  da  svolgere, gli elementi economici, i relativi tempi, i risultati da raggiungere, i benefici attesi per il cliente e gli impatti/rischi più generali sugli stakeholder più rilevanti, le sue aspettative professionali;
· svolge con cura e correttezza l’incarico concordato, nel rispetto dei tempi e dei risultati attesi;
· comunica con chiarezza e tempestività al Cliente la presenza di imprevisti eventualmente intervenuti che non permettano il rispetto, totale o parziale, degli impegni. Concorda la riprogrammazione nel rispetto degli obiettivi iniziali dell’incarico;
· rende conto al termine dell’incarico dei risultati raggiunti e delle eventuali difformità rispetto al contratto e verifica il livello di soddisfazione del Cliente relativamente alle attese concordate.

2.2.  Fiducia e autorevolezza.
Il/la Consulente:
· esplicita con chiarezza le proprie competenze e accetta gli incarichi per i quali si sente adeguato/a e competente. Informa il Cliente nel caso sopravvengano criticità impreviste o difficoltà dell’incarico che esulino dalla sua competenza specifica;
· opera nell’interesse effettivo del Cliente e non propone consapevolmente soluzioni o metodiche professionali inutilmente onerose e gravose;
· chiarisce al Cliente eventuali conflitti interni all’organizzazione che possono influire sui risultati dell’incarico;
· si astiene dall’accettare incarichi di consulenza della stessa natura contemporanei o ravvicinati nel tempo presso clienti tra loro concorrenti, senza averne informato le parti interessate;
· si astiene dal fare personalmente o per conto di  terzi  offerte  dirette  di  impiego  al personale dipendente dal Cliente;
· si astiene dal prestare attività professionale quando abbia , per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello del Cliente in termini tali da poter condizionare il corretto svolgimento dell’incarico consulenziale.

2.3.  Condotta contrattuale.
Il/la Consulente:
· propone soluzioni nel caso in cui, nel corso dello svolgimento dell’incarico, si registri un’incompletezza del contratto o si presentino modifiche impreviste, dandone chiara evidenza al cliente;
· persegue il bilanciamento tra le remunerazioni proposte e il contributo dato al Cliente sia nel   lavoro individuale sia nel lavoro delle risorse che collaborano alla prestazione consulenziale erogata;
· promuove un bilanciamento degli interessi legittimi eventualmente in conflitto tra gli stakeholder coinvolti, conducendo analisi e proponendo soluzioni volte a promuovere la convergenza di interessi tra le parti.

2.4. Riservatezza e privacy.
Il/la Consulente:
· si astiene dal rivelare informazioni relative al Cliente senza averne chiesto il consenso, e mantiene tale obbligo anche dopo la cessazione dell’incarico;
· mantiene riservate informazioni e notizie riguardanti dati personali apprese durante lo svolgimento dell’incarico e mantiene tale obbligo anche dopo la cessazione dell’incarico;
· garantisce l’integrità e la conservazione dei dati e dei documenti messi a sua disposizione durante lo svolgimento dell’incarico;
· mantiene riservate le informazioni relative al cliente e alla sua organizzazione ricevute in fase preliminare, anche quando il contratto non si perfezioni;
· richiede il rispetto del dovere di riservatezza a coloro che hanno collaborato alla prestazione consulenziale erogata.

Articolo 3 – Integrità e indipendenza

Nei contesti professionali in cui opera il/la Consulente assicura il mantenimento dell’indipendenza, dell’oggettività ed imparzialità del proprio agire.

Regole di condotta precauzionali

3.1 Autonomia del Cliente.
Il/la Consulente:
· opera in partnership con il Cliente non sostituendolo nelle decisioni che gli sono proprie;
· sostiene e promuove la responsabilità decisionale del Cliente, mettendolo nelle condizioni di   assumere le proprie decisioni in modo  autonomo,  consapevole  e  libero  da condizionamenti espliciti o impliciti da parte del consulente;
· riduce l’asimmetria di competenze specifiche (sapere, know how) ed economiche nei confronti del Cliente e non se ne avvantaggia per imporre o influenzare decisioni non condivise consapevolmente.

3.2. Indipendenza del Consulente.
Il/la Consulente:
· mantiene l’indipendenza, l’oggettività e l’imparzialità di pensiero, di giudizio in tutti i contesti in cui ci si trova ad agire professionalmente e un approccio di analisi il più possibile avalutativo;
· esplicita al Cliente situazioni di potenziale conflitto di interesse sia all’avvio del lavoro sia presentatesi successivamente e non accetta l’incarico qualora il conflitto sia tale da poter condizionare il corretto svolgimento del lavoro;
· non utilizza posizioni o cariche rivestite, anche da persone a sé vicine, in contesti esterni all’organizzazione del cliente, per ottenere vantaggi per sé o per il cliente.

3.3. Trasparenza.
Il/la Consulente:
· garantisce, nelle relazioni con i collaboratori dell’organizzazione cliente, comportamenti univoci e trasparenti nelle modalità e negli obiettivi, assicurando sempre la necessaria riservatezza concordata con il Cliente;
· fa emergere i problemi posti da contrasti o intendimenti non dichiarati da persone dell’organizzazione cliente, in modo che ciascuno sia messo nelle condizioni di decidere responsabilmente;
· chiarisce le regole e le metodologie concordate con il cliente che verranno seguite nello svolgimento del lavoro, in caso di incarichi che abbiano effetti sulle singole persone dell’organizzazione cliente (sistemi di valutazione, incentivazione, inquadramenti…).

3.4. Crescita professionale.
Il/la Consulente:
· cura costantemente la propria preparazione professionale con particolare attenzione agli ambiti in cui viene svolta l’attività di consulenza e alle tecniche di general management;
· partecipa a corsi e/o eventi di formazione/aggiornamento secondo le indicazioni fornite dall’Associazione, anche ai sensi della legge 4/2013;
· promuove le capacità e la crescita professionale delle risorse che collaborano con lui/lei;
· contribuisce alla crescita delle capacità e delle competenze delle risorse dell’organizzazione cliente.

Articolo 4 – Responsabilità sociale

Il/la Consulente tiene conto delle conseguenze e degli impatti immediati e non immediati della sua attività professionale sulla generalità degli stakeholder, comprese le generazione future, e ne dà evidenza al cliente

Regole di condotta precauzionali

4.1.Sostenibilità
Il/la Consulente:
· valuta le conseguenze anche non immediate e gli impatti esterni eventualmente generati dallo svolgimento dell’incarico di consulenza e dalle soluzioni proposte;
· in caso di impatti rilevanti, aiuta la riflessione del cliente sulle conseguenze per gli stakeholder interni e esterni e sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale delle soluzioni in corso di valutazione.

4.2. Parità e uguaglianza
Il/la Consulente:
· tratta tutte le persone dell’organizzazione cliente e degli stakeholder con cui entra in contatto con pari considerazione e rispetto;
· tratta tutti i colleghi con uguale considerazione e rispetto, indipendentemente dal genere, dall’orientamento politico, dalla religione, dall’orientamento sessuale, dall’etnia, dall’età, dalla posizione nell’organizzazione;
· è cosciente del rischio sistemico dei comportamenti che possono ledere il valore dell’uguaglianza e della parità;
· si astiene da comportamenti discriminatori diretti o indiretti nello svolgimento del proprio incarico e segnala al Cliente eventuali discriminazioni rilevate.

4.3. Legalità
Il/la Consulente:
· rifiuta l’incarico di consulenza qualora abbia elementi per ritenere che la sua attività possa concorrere ad operazioni illegittime o illecite;
· nei rapporti commerciali con enti pubblici, si astiene da pratiche concorrenziali non lecite o comunque lesive dei principi di libera competizione;
· si astiene dal suggerire al proprio Cliente soluzioni illecite o fraudolente;
· informa i competenti organi di APCO della eventuale  condotta  professionalmente  non corretta del collega consulente.

4.4. Reputazione
Il/la Consulente:
· contribuisce a costruire e presidiare l’immagine della Consulenza di Management attraverso la condivisione dei valori che guidano la professione;
· costruisce e presidia la propria immagine di professionista trasmettendo visibilità e reputazione attraverso know how  distintivo:  competenza, credibilità, affidabilità, etica, stile e qualità delle relazioni con gli stakeholder;
· considera la reputazione come un elemento base del sistema comunicazione e marketing del consulente di management. Di  conseguenza, sostiene efficacemente e responsabilmente il ruolo di rappresentante di APCO nelle interazioni con il mercato.

Articolo 5 – Cooperazione e concorrenza leale

Il/la Consulente coopera con i colleghi sia nei confronti di uno specifico cliente sia all’interno della più ampia comunità professionale e compete con lealtà nei casi in cui si trovi a concorrere con altri colleghi per l’assegnazione di un incarico o la partecipazione a gare.

Regole di condotta precauzionali

5.1. Cooperazione.
Il/la Consulente:
· coopera attivamente con i colleghi nell’ambito di progetti congiunti presso il medesimo Cliente,  concordando  le  prestazioni  da  svolgere  e  operando  per  una  collaborazione costruttiva nell’interesse del Cliente stesso;
· in caso di avvicendamento, fornisce al collega che subentra, previo consenso del Cliente, tutte le informazioni e la documentazione relativa ai lavori eseguiti o in corso utili ad assicurare il migliore espletamento del lavoro;
· coopera con i colleghi all’interno della comunità APCO per mantenere standard professionali elevati di fronte alla generalità degli stakeholder e sviluppare iniziative associative innovative;
· partecipa ai processi istruttori e decisionali interni ad APCO.

5.2. Circolazione delle conoscenze 
Il/la Consulente:
· fa circolare all’interno della comunità professionale le conoscenze e le innovazioni scientifiche e culturali – nazionali e internazionali ‐ relative agli specifici ambiti di competenza, in vista di sostenere il miglioramento continuo degli standard professionali condivisi dai colleghi;
· fa circolare tra i colleghi APCO le informazioni utili per la partecipazione a gare pubbliche e in generale per le opportunità di accesso a finanziamenti dell’attività di consulenza di management.

5.3. Rispetto dei colleghi
Il/la Consulente:
· valorizza il contributo di ciascun collega alla vita associativa  e  al  miglioramento  degli standard professionali;
· riconosce l’authorship e in generale il contributo dato dai colleghi allo sviluppo di metodologie e strumenti a supporto dell’attività di consulenza di management;
· garantisce la riservatezza di informazioni sensibili ottenute da colleghi e il rispetto della loro privacy.

5.4. Concorrenza leale
Il/la Consulente:
· compete lealmente nell’interesse del Cliente e si impegna a non utilizzare nei rapporti con i potenziali clienti comportamenti che facciano leva su fattori estranei alla competenza professionale, alla qualità della prestazione e alla sostanziale sostenibilità dei prezzi;
· mantiene l’attività promozionale e di pubbliche relazioni entro limiti di credibilità, lealtà e correttezza professionale.

PARTE TERZA

Art. 6 – Sanzioni
In caso di segnalazione da parte del Consiglio direttivo o di altri colleghi o di soggetti terzi o quando comunque abbia notizia di comportamenti potenzialmente lesivi del presente Codice di Etica messi in atto da soci ovvero di conflitto tra Associazione e Soci, il Comitato dei Garanti avvia la fase istruttoria per verificare la sussistenza di eventuali violazioni.

Conclusa la fase istruttoria secondo le procedure previste nel Regolamento di Attuazione e Partecipazione, il Comitato dei Garanti provvede all’erogazione delle sanzioni e ne dà comunicazione al Presidente che provvede alla loro attuazione.

La violazione deve essere volontaria anche se omissiva. Quando siano contestate diverse infrazioni nell’ambito di uno stesso procedimento, la sanzione è unica.

Le sanzioni previste, da rapportarsi alla gravità del comportamento accertato, a recidività accertate e all’eventuale protrarsi nel tempo dei comportamenti lesivi del presente Codice, sono:
a.  censura;
b. sospensione da ogni incarico e da ogni attività sociale, per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a diciotto;
c. sospensione dell’elettorato attivo e passivo, per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a trentasei;
d. decadenza dalle eventuali cariche direttive nell’Associazione;
e. decadenza da eventuali incarichi di rappresentanza esterna dell’Associazione;
f.  ritiro del titolo di Socio Qualificato Apco e/o Socio Qualificato APCO‐CMC ove sussistente;
g. espulsione dalla Associazione.

Le sanzioni di cui ai punti a,b,c, possono essere adottate anche in combinazione fra loro.

Le sanzioni devono essere comunicate per iscritto all’interessato e motivate.

English Version

Code of Ethics Conduct

Indice
Presentation
Article 1 - General Rules
Article 2 - The contract and the mutual expectations
Article 3 - Integrity and independence 
Article 4 - Social responsability
    Article 5 - Cooperation and fair competition
Article 6 - Penalties
 

Presentation

Since 1968 APCO, Associazione Professionale Italiana  dei Consulenti di Management [Italian Professional Association of Management Consultants] has united and qualified those who perform, continuously as a profession, the activity of management consulting, both individually, and as associates or employees of consulting firms. It is associated with the International Council of Management Consulting Institutes (ICMCI), and shares its professional qualification criteria and ethical principles, as well as actively participating in its activities.

The Mission of APCO is:
· to represent and promote the profession of the management consultant;
· to develop and encourage the community of the management consulting professionals;
· to define, monitor and spread the standards of quality for the profession;
· to effectively and responsibly support the role of representative of the image of the Association in interactions with the market and outside contacts;
· to ensure the representation of the associates at public institutions, trade associations and entrepreneur organisations.

APCO always had a Code of Ethics, but in 2015 it considered appropriate to review it, to take into account the changes in the landscape that are affecting the management consulting world, making it a more effective instrument of guidance for those who want operate professionally. The growing importance that management consulting has assumed in the knowledge economy and the spread of innovation among the clients, public and private, reinforce the need for ethical behaviour in professional activities: ethics assumes a strategic dimension as a multiplying factor of the quality of the service and as a concrete way of practicing the consultant’s social responsibility, thus resulting a fundamental element for the construction of an open, free, transparent, competitive professional market.

In the new layout, the Code of Ethics defines a system of values and rules of conduct capable of guiding professional behaviour and contributing to creating APCO citizenship, in other words to produce identity, affiliation and reputation. This layout highlights the area of autonomy which is left to the management consultant to apply the shared rules, while allowing to overcome:
- a prescriptive view, no longer sufficient in a complex and variable scenario like that in which management consulting operates
- a view anchored exclusively on general principles, which shows a difficult operating validity.
In line with this layout, the new Code of Ethics is divided into three parts
- the first defines the values on which the APCO management consulting view of ethics is based. Values on which APCO consultants must base their professional actions, also in situations in which there is a lack of specific rules
- the second, starting from these values and their diversification into guidelines, defines precautionary rules of conduct which do not presume to cover all the cases in which the values and principles must be applied, but gives them concreteness and operational evidence in situations which today can be classified
- the third defines the penalties that result from the violation of the Code of Ethics and the process with which they are dispenses, with the relative responsibilities.

The APCO Code of Ethics is consistent with the provisions of Law 4/2013 “Provisions regarding non-organised professions” and reinforces their formulation with the objective of assuring the market and those involved the quality and ethics of management consultants.

First Part

The founding values of the professional ethics of the APCO management consultant

Ethics express a system of values, specific for every profession, which strives to create identity and affiliation and to guide the behaviour of the members.

Four fundamental values constitute the ethical view of APCO’s management consulting:
· respect for the mutual expectations - implicit and explicit - of the client and the consultant.
Represents the central role of the client‐consultant relationship, as it evolves over time. 
Guiding‐principles: central role of the contract, trust and authority, contractual conduct, confidentiality and privacy
· integrity and independence of the professional action. Represents the preservation of independence, objectivity and impartiality in actions and opinions (value freedom), in the professional contexts in which one operates
Guiding‐principles:  autonomy of the client, independence of the consultant, transparency, professional growth
· social responsibility. Represents being socially responsible, namely of the fallout of the consulting activity on client’s stakeholders and more in general on the society, including future generations, and to highlight it
Guiding‐principles: reputation, legality, sustainability, equal opportunity and equality
· cooperation and fair competition with colleagues. Presupposes the concept of affiliation in the association, making one’s own individual identity coexist with the identity of the association; it also implies transparency in assuming behaviours, while activating and performing actions with mutual respect among colleagues.
Guiding‐principles: cooperation, circulation of knowledge, respect for colleagues, fairness in competition.

In line with these values, the purpose of professional ethics concerns:
·         services understood as process and output,
·         relations between consultant, client and client organisational system,
·         relations with colleagues and the professional community,
·         relations within APCO,
·         relations with stakeholders.


Second Part

Article 1. General Rules.
By enrolling in APCO, every Management Consultant
a. undertakes to comply with these Code of Ethics, signed at the time of enrolment in the Association, and guarantees to APCO and its members that his/her behaviour will comply with the principles of the code;
b. is required to act in compliance with the Association Statute and subsequent implementing regulations, conforming his/her activity to the objectives listed therein and to every other initiative assumed for that purpose by the Association
c. undertakes to learn and apply the national and international rules of reference and to comply his/her activity as much as possible to their contents;
d. undergoes, every three years, a verification of professional updating required by APCO, also in accordance with Law 4/2013, for purposes of maintaining APCO qualification
e. is required to submit to the opinion of the competent Association Bodies for the evaluation of the behaviour maintained, should contradiction emerge between this behaviour and the principles listed in this Code of Ethics;
f. must base his/her professional activity on the rules of conduct defined by APCO and, in cases not specifically provided, must always behave in a manner that will protect the image and reputation of the profession and the Association.

Article 2 - The contract and the mutual expectations

The Consultant operates in compliance with assignment taken with the Client in order to satisfy the mutual declared expectations agreed to.

Precautionary rules of conduct

2.1.  Central role of the contract.
The Consultant
· clearly explains in the proposal the activities to be performed, the economics, the relative times, the results to be achieved, the expected benefits for the client, the more general impact/risks on the most important stakeholders and his/her professional expectations
· carefully and correctly performs the assignment given in compliance with the expected times and results
· communicates clearly and promptly to the Client the existence of unforeseen events which have possibly occurred that do not permit the realization, total or partial, of the commitments. Agrees on the rescheduling, in compliance with the initial objectives of the assignment
· at the end of the assignment provides an account of the results achieved and the possible differences relative to the contract, and verifies the Client’s level of satisfaction in terms of the expectations agreed on

2.2.  trust and authority.

The Consultant:
· clearly explains his/her expertise and accepts the assignments for which he/she feels suitable and qualified. Informs the Client, should unforeseen difficulties or problems arise, when beyond his/her specific expertise
· operates in the actual interest of the Client and does not knowingly suggest solutions or professional methods that are needlessly costly or burdensome
· clarifies to the Client possible conflicts within the organisation which could influence the results of the assignment
· refrains from accepting consulting assignments of the same kind simultaneously or close in terms of time from clients who are competitors, without having informed the interested parties
· refrains from personally, or on behalf of others, making direct offers of employment to the employees of the Client
· refrains from providing professional activity when he/she has, on his/her own or for third parties, an interest that conflicts with that of the Client to such an extent that it could affect the correct implementation of the consulting assignment.

2.3.  contractual conduct.

The Consultant:
· in case  the contract appears incomplete or unforeseen changes occur during the implementation of the assignment, suggests solutions, providing clear proof to the client
· pursues the equalisation between the remuneration proposed and the contribution given to the Client, both for individual work and for the work of the resources that cooperate in providing the consulting services
· promotes an equalisation of the legitimate interests possibly conflicting between the stakeholders involved, conducting analyses and suggesting solutions aimed at promoting the convergence of interest between the parties

2.4.confidentiality and privacy.

The Consultant:
· refrains from disclosing information relative to the Client without having requested consent, and maintains this obligation even after the assignment has ended
· maintains as confidential all information and news concerning the personal data learned during the performance of the assignment, and maintains this obligations even after the assignment has ended
· guarantees the integrity and storage of the data and documents made available to him/her during the performance of the assignment
· maintains confidential the information relative to the client and his organisation received during the preliminary phase, even when the contract is not finalised
· requires compliance with the duty of confidentiality also from those who cooperates in providing the consulting services.

Article 3 - Integrity and independence

In the professional contexts in which the Consultant operates, he/she ensures the preservation of independence, objectivity and impartiality in his/her actions.

Precautionary rules of conduct

3.1 Autonomy of the Client.

The Consultant
· operates in partnership with the Client, avoiding to replace him in the decisions that pertain to him
· supports and promotes the decision-making responsibility of the Client, putting him in a position to make his own decisions in an independent, knowledgeable manner free of explicit or implicit conditioning by the consultant
· reduces the imbalance of specific (knowledge, know-how) and financial expertise towards the Client and does not take advantage of them to impose or influence decisions not knowingly shared

3.2.independence of the Consultant.

The Consultant
· maintains independence, objectivity and impartiality of thought, and opinion in all the contexts in which he/she has to operate professionally and an analytical approach that has the most value-freedom possible
· explains to the Client situations of potential conflict of interest both at the beginning or during the work, and does not accept the assignment if the conflict could condition the correct performance of the work
· does not use positions or charges held, even by individuals close to him/her, in contexts outside the client’s organisation, to obtain advantages for him/herself of the client

3.3. transparency.

The Consultant
· guarantees, in relations with the employees of the client organisation, behaviour that is unambiguous and transparent in term of methods and objectives, always ensuring the necessary confidentiality agreed with the Client
· points out the problems raised by conflicts or understandings not stated by individuals of the client organisation, so that each person is put in the position to be able to decide responsibly
· clarifies the rules and the methods agreed with the client which will be followed during the implementation of the work, in case of assignments that affect individuals in the client organisation (evaluation systems, incentives, classifications...),

3.4.professional growth.

The Consultant
· constantly looks after his/her professional preparation with particular attention to the fields in which the consulting activity is carried out and the general management techniques
· attends courses and/or training/refresher events according to the instructions provided by the Association, also pursuant to Law 4/2013
· promotes the professional abilities and growth of the resources that work with him/her
· contributes to the growth in the abilities and skills of the resources of the client organisation

Article 4 - Social responsibility

The Consultant takes into account the consequences and the immediate and longer term impact of his professional activity on the majority of the stakeholders, including future generations, and provides evidence to the client

 Precautionary rules of conduct:

4.1 sustainability.

The Consultant
· evaluates the consequences of the consulting assignment and the solutions proposed as well as the external impacts possibly generated by their implementation, even when they are not immediate
· in case of significant impacts, helps the client to think about the consequences for the internal and external stakeholders and on the financial, environmental and social sustainability of the solutions being evaluated

4.2.parity and equality.

The Consultant
· treats everyone of the client organisation and the stakeholders he/she comes into contact with equal consideration and respect
· treats all colleagues with the same consideration and respect, regardless of gender, political orientation, religion, sexual orientation, ethnicity, age, position in the organisation
· is conscious of the systemic risk of behaviours that can  harm the value of equality and parity
· when performing his/her assignment, refrains from any direct or indirect discriminatory behaviours and reports to the Client possible discrimination detected

4.3. legality.

The Consultant
· refuses the consulting assignment when he/she believes that his/her activity could contribute to illegitimate or illegal operations
· in business relations, refrains from illegal competitive practices or from those which are, in any case, detrimental to the principles of free competition
· refrains from suggesting illegal or fraudulent solutions to his/her Client
· informs the APCO competent bodies of the possible professionally incorrect behaviour of a consulting colleague

4.4.reputation.

The Consultant
· contributes to creating and monitoring the image of Management Consulting by sharing the values that guide the profession
· creates and monitors his/her own professional image by transmitting visibility and reputation through distinctive know-how: competence, credibility, reliability, ethics, style and quality of relations with the stakeholders
· considers reputation as a basic element of the communication and marketing system of the  management consultant.  Consequently, effectively and responsibly supports the role of APCO representative in interactions with the market.

Article 5 - Cooperation and fair competition

The Consultant cooperates with his/her colleagues both vis-a-vis a specific client and as part of a broader professional community and competes fairly in those cases in which he/she has to compete with other colleagues for the awarding of an assignment or participation in tenders.

Precautionary rules of conduct

5.1. cooperation.

The Consultant
· actively cooperates with his/her colleagues as part of joint projects for the same
Client, agreeing on the services to be performed and working towards a constructive cooperation in the interest of the Client
· in case of a change, provides the colleague who is entering, following the Client’s consent, all the information and documentation relative to the work performed or in progress considered necessary for ensuring the best fulfilment of the work
· cooperates with his/her colleagues within the APCO community to maintain high professional standards towards the majority of the stakeholders and to develop innovative association initiatives
· participates in preliminary and decision-making processes within APCO

5.2.circulation of knowledge.

The Consultant
· circulates within the professional community the knowledge as well as the scientific/cultural innovations - national and international ‐ relative to the specific areas of competence, in order to support the continuous improvement of the professional standards shared by colleagues
· circulates among the APCO colleagues the information necessary to participate in public tenders and in general regarding the opportunities for access to financing of management consulting activity

5.3. respect of the colleagues.

The Consultant
· enhances the contribution of every colleague to the life of the association and the improvement of the professional standards
· recognises the authorship and in general the contribution made by colleagues to the development of methods and instruments supporting the management consulting activity
· guarantees the confidentiality of sensitive information received from colleagues and respects their privacy

5.4. fair competition.

The Consultant
· competes fairly in the interest of the Client and, in relations with potential clients, commits not to adopt behaviours that leverage factors outside professional expertise, the quality of the services and the basic sustainability of the prices
· maintains the promotional and public relations activity within the limits of credibility, fairness and professional correctness.


Third Part

Art. 6 - Penalties

In case of report by the Advisory Committee or by other colleagues or by third party subjects, or when information is received of behaviour potentially detrimental of this Code of Ethics carried out by members or conflict between Association and Members, the Board of Trustees starts the preliminary phase to verify the existence of possible violations.

Once the preliminary phase is concluded, according to the procedures provided by the Implementation and Participation Regulations, the Board of Trustees arranges to dispense penalties and notifies the President of the Association who arranges to implement them.

The violation must be voluntary even in case of omission. When several violations are disputed as part of the same proceeding, there is a single penalty.

The penalties, related to the seriousness of the behaviour verified, ascertained recidivism and the possible continuation over time of the infringements of this Code, are:

a. censure;
b. suspension from every charge and every Association activity, for a period of not less than six months and not more than eighteen;
c. suspension from active and passive electorate rights, for a period of not less than six months and not more than eighteen;
d. forfeiture of possible executive positions in the Association;
e. forfeiture of possible assignments of outside representation of the Association;
f. withdrawal of the title of APCO Qualified Member and/or APCO‐CMC Qualified Member, if it exists;
g. expulsion from the Association.

The penalties listed in points a, b, and c can also be combined. The penalties must be notified in writing to the interested party and justified.

Attività professionali di riferimento

APCO è l'Associazione Professionale Italiana dei Consulenti di Management.

L'esercizio della professione di Consulente di Management riguarda le seguenti:

- aree tematiche in cui la consulenza di management si esercita sono inerenti a:

• il comportamento dell'organizzazione nell'interazione (relazione) con l’ambiente, il territorio, l’economia

(strategia);

• l'individuazione, il reperimento e l’utilizzo delle risorse umane, tecniche, tecnologiche, finanziarie;

• l'organizzazione intesa come struttura/processi, la produzione dei risultati in termini di prodotti/servizi e

in generale il funzionamento e la gestione delle attività in ottica di efficienza, efficacia, qualità;

• la gestione del cambiamento, lo sviluppo del business, dell'organizzazione, delle persone (risorse umane).


- aree applicative nelle quali la consulenza di management viene esercitata sono inerenti a specifici

contesti di attività nei quali sono richieste particolari competenze specialistiche connotanti l’applicazione

trasversale di competenze funzionali (Comunità di Pratica).


Statuto 2016

Indice
Articolo 1. Denominazione - Sede - Durata
Articolo 2. Scopi dell’Associazione
Articolo 3. Consulenza di Management
Articolo 4. Associati e Aderenti 

Articolo 5. Organi dell'Associazione
Articolo 6.  Assemblea dei Soci
Articolo 7. Consiglio Direttivo
Articolo 8. Presidente
Articolo 9. Vicepresidenti
Articolo 10. Tesoriere
Articolo 11. Collegio dei Revisori dei Conti
  Articolo 12. Collegio dei Garanti
Articolo 13. Commissione Soci
Articolo 14. Commissione Formazione
Articolo 15. Iniziative e attività istituzionali
Articolo 16. Comunità di Pratica
Articolo 17. Patrimonio ed Entrate
Articolo 18. Rendiconto
Articolo 19. Clausola Arbitrale
Articolo 20. Scioglimento
Articolo 21. Disposizione Finale

   


Articolo 1. Denominazione - Sede - Durata 
È costituita con sede in Milano in Corso Venezia, 49 e con durata illimitata, l'ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA DEI CONSULENTI DI MANAGEMENT, in sigla e nel prosieguo indicata come “APCO”.
APCO è associata all’International Council of Management Consulting Institutes (ICMCI), ne condivide i criteri di qualificazione professionale ed i principi etici, partecipa attivamente alle sue attività in condizioni di parità con gli altri Associati in proporzione al numero dei propri Soci.
Apco associa i Professionisti operanti nella consulenza di management nelle diverse forme societarie, compresi quelli la cui attività è disciplinata dalla Legge 4/2013 e sue eventuali successive modifiche.
L'Associazione non ha scopi di lucro. È comunque prevista un’attività commerciale non prevalente.
L’associazione inoltre, su delibera del Consiglio direttivo, può istituire sedi secondarie, sedi periferiche, delegazioni territoriali a dimensione regionale o pluriregionale, rappresentanze.
L’Associazione è disciplinata dal presente statuto e dagli eventuali regolamenti che, approvati secondo le norme statutarie, si rendessero necessari per meglio regolamentare specifici rapporti associativi o attività.

Articolo 2. Scopi dell’Associazione 
Scopi dell'Associazione sono: 
·   rappresentare e valorizzare la comunità professionale dei Consulenti di management che esercitino in proprio o presso società o studi di consulenza l'attività professionale di cui all’art. 3;
·   promuovere la crescita professionale dei suoi Associati attraverso azioni e/o programmi formativi diversificati e sistematici nonché l'erogazione di altri opportuni servizi anche ai sensi della Legge 4/2013;
·   mantenere rapporti di partecipazione, scambio e collaborazione con l’International Council of Management Consulting Institutes (ICMCI) ed eventuali altri Enti internazionali similari;
·   valutare i requisiti di chi intenda ottenere le attestazioni che Apco è abilitata a rilasciare a norma della Legge n. 4/2013 ed il DLgs n. 13/2013, secondo i criteri normati rispettivamente nel Regolamento della Commissione Soci e nel Regolamento di creazione e gestione delle Comunità di Pratica;
·   definire l’obbligo per gli Associati di procedere all’aggiornamento permanente, nonché di prevedere idonei strumenti di verifica che ne accertino l’effettivo adempimento;
·   effettuare con cadenza periodica la verifica dei requisiti in possesso dei singoli Associati finalizzata a mantenere lo status stesso di Associato;
·   promuovere studi, ricerche, convegni, seminari;
·   pubblicare libri, periodici e bollettini (con esclusione di giornali quotidiani);
·   definire, presidiare e diffondere standard qualitativi e comportamentali per la professione promuovendo comportamenti coerenti con il Codice di Etica di APCO e vigilare sull’osservanza dello stesso;
·   sviluppare e mantenere rapporti con altre Associazioni/Organizzazioni italiane ed estere finalizzati anche all’erogazione di servizi agli Associati di entrambe.

Articolo 3. Consulenza di Management
In relazione al presente Statuto, la Consulenza di Management (nel passato indicata come Consulenza di Direzione ed Organizzazione) è un'attività professionale ispirata ad indipendenza di giudizio, esercitata in forma individuale, in forma associata o societaria, o nella forma di lavor dipendente, destinata a Imprese, Organizzazioni, Enti (cioè soggetti collettivi).
L'attività esige competenza professionale e specialistica, nonché rispetto di valori e di regole di comportamento (etica); si esplica mediante prestazioni professionali quali consigli e pareri, piani, progetti, interventi formativi e assistenza, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione committente.
La competenza professionale e specialistica è intesa, anche ai sensi della Legge 4/2013 e sue eventuali successive modifiche, come:
·   competenza qualificata e riconosciuta quale insieme di apparati teorici di riferimento, acquisiti attraverso un processo di apprendimento prolungato e sistematico;
·   capacità progettuali e pluralità di esperienze validate attraverso la pratica organizzativa;
·   capacità realizzative e distintive.
Le aree tematiche in cui la consulenza di management si esercita sono inerenti a:
·   il comportamento dell'organizzazione nell'interazione con l’ambiente, il territorio, l’economia;
·   l'individuazione, il reperimento e l’utilizzo delle risorse umane, tecniche, tecnologiche, finanziarie;
·   l'organizzazione intesa come struttura/processi, la produzione dei risultati in termini di prodotti/servizi e in generale il funzionamento e la gestione delle attività in ottica di efficienza, efficacia, qualità;
·   la gestione del cambiamento, lo sviluppo del business, dell'organizzazione, delle persone.
Le aree applicative nelle quali la consulenza di management viene esercitata sono inerenti a specifici contesti di attività nei quali sono richieste particolari competenze specialistiche connotanti l’applicazione trasversale di competenze funzionali (Comunità di Pratica).

Articolo 4. Associati e Aderenti
APCO ammette quattro modalità di adesione e precisamente:
1.   Soci Qualificati APCO e, fra questi, i Soci Qualificati APCO- CMC®;
2.   Emeriti CMC®;
3.   Onorari;
4.   Aderenti.
Per tutte le modalità di adesione il Regolamento della Commissione Soci stabilisce:
-    i requisiti e le modalità di ammissione;
-    le regole di permanenza in Associazione;
-    i motivi e le modalità di cessazione.
Condizione essenziale per aderire ad APCO è l’accettazione incondizionata dello Statuto, dei Regolamenti e del Codice di Etica dell’Associazione.
Non è ammessa la figura dell'associato temporaneo e la quota associativa è intrasmissibile, non è rivalutabile e non è rimborsabile.

4.1. Soci Qualificati APCO e Soci Qualificati  APCO-CMC
Possono essere ammesse a far parte dell'Associazione con la qualifica di SOCIO QUALIFICATO APCO e di SOCIO QUALIFICATO APCO – CMC® (Certified Management Consultant) le persone fisiche che, attraverso il processo di accertamento delle competenze definito nel Regolamento della Commissione Soci e, per quanto riguarda il SOCIO QUALIFICATO CMC®, secondo lo schema di ICMCI:
·   abbiano i requisiti di base richiesti;
·   comprovino, attraverso evidenze oggettive, il proprio stato di Consulente di
·   management e l’attenersi, nell'esercizio della professione, agli standard
·   qualitativi richiesti da Apco;
·   dimostrino di perseguire un permanente aggiornamento professionale;
·   siano in possesso di laurea o percorso formativo altrettanto qualificante.
L’Associato che abbia conseguito la qualificazione CMC® può presentarsi pubblicamente, affiancando alla dicitura SOCIO QUALIFICATO APCO la qualifica di CMC® - Certified Management Consultant.
Gli Associati QUALIFICATO APCO e QUALIFICATO APCO CMC® sono titolari del diritto di voto nelle Assemblee e possono accedere a tutte le cariche sociali.
La qualità di Socio QUALIFICATO APCO e QUALIFICATO APCO CMC® si perde per: abbandono dell’attività professionale descritta; non disponibilità o mancato superamento della verifica periodica secondo le frequenze e le modalità definite nel Regolamento della Commissione Soci; dimissioni; morosità; indegnità.
Le modalità di uso delle qualifiche da parte del Socio QUALIFICATO APCO e del Socio QUALIFICATO APCO-CMC® sono definite nel Regolamento dell’Uso del Marchio e Loghi Apco.

4.2. Emeriti CMC
Può essere accettato quale CMC® Emerito l’Associato Apco che presenti apposita domanda al Consiglio e risponda ai seguenti requisiti:
-    sia un CMC® in regolarmente iscritto;
-    sia stato Socio Qualificato Apco CMC® per almeno 10 anni;
-    eserciti l’attività di consulenza retribuita per meno del 25% del tempo, escluso il lavoro volontario;
-    abbia più di 65 anni di età.
L’Emerito CMC®:
-    può partecipare attivamente alla vita dell’associazione anche quale membro delle Commissioni o Comitati espressi dal Consiglio Direttivo;
-    può partecipare all’elettorato attivo per l’elezione delle cariche sociali in assemblea;
-    non è tenuto al rinnovo triennale dell’attestazione CMC®;
-    è tenuto al pagamento della quota associativa annuale solo nella misura del 50% del suo importo ordinario;
-    può rientrare nel ruolo di Socio CMC® attraverso la procedura di rinnovo triennale dell’attestazione se in possesso dei requisiti richiesti dalla stessa.

4.3. Onorari
Possono inoltre aderire come ONORARI, personalità altamente rappresentative del mondo della consulenza in Italia.
La qualifica di Onorario è a vita, fatta salva la facoltà dell’interessato di dimettersi. Il numero degli Onorari presenti nell’Associazione non può superare il massimo di dieci.
Gli Onorari non hanno diritto di voto e non possono accedere alle cariche sociali.
 
4.4. Aderenti 
Gli ADERENTI sono le persone fisiche che, pur non possedendo i requisiti richiesti per accedere alle diverse categorie dei Soci Apco, svolgono un’attività avente connessione con la consulenza di management e dimostrano interesse alla professione del consulente di management.
Gli Aderenti non hanno diritto di voto e non possono accedere alle cariche sociali.
 
4.5. Uso di marchio e loghi APCO
L’uso del marchio e dei loghi di APCO da parte degli Associati è rigorosamente disciplinato dal Consiglio Direttivo a tutela dell’immagine di Apco e in applicazione delle Legge 4/2013.

4.6. Dimissioni
Il vincolo associativo può cessare da parte dell’Associato ad Apco (Aderenti inclusi) per volontà espressa tramite comunicazione ufficiale scritta (email ordinaria, PEC, Raccomandata RR o equivalenti). Le dimissioni da Apco comportano la decadenza da ogni incarico, elettivo o meno, all’interno dell’Associazione o per conto di questa in qualsiasi altro Organismo esterno.
 
Articolo 5. Organi dell'Associazione 
Sono organi centrali dell'Associazione:
-    l’Assemblea dei Soci;
-    il Consiglio Direttivo;
-    il Presidente;
-    i Vicepresidenti;
-    il Tesoriere;
-    il Collegio dei Revisori dei Conti;
-    il Comitato dei Garanti;
-    la Commissione Soci;
-    la Commissione Formazione
Sono organi periferici dell’Associazione:
-    l’Assemblea di Delegazione;
-    il Consiglio di Delegazione;
-    il Coordinatore di Delegazione.
Tutti gli Organi dell’Associazione, Assemblee escluse, hanno durata triennale.
I componenti del Collegio dei Revisori, del Comitato dei Garanti e della Commissione Soci non possono fare parte contemporaneamente del Consiglio Direttivo.
Gli organi periferici, la cui attività si realizza nel rispetto del Regolamento per l’istituzione ed il funzionamento di Delegazioni Territoriali, devono adeguare la loro scadenza a quella degli organi centrali.
Gli Associati non possono fare parte del medesimo organo per più di due mandate completi consecutivi. Le modalità di elezione o di nomina alle cariche sociali sono specificate nei Regolamenti.

Articolo 6.  Assemblea dei Soci
L'Assemblea dei Soci è costituita da tutti i Soci Qualificati APCO e Qualificati APCO-CMC® in regola con il versamento dei contributi associativi entro i termini stabiliti. Si riunisce almeno una volta all'anno, in seduta ordinaria, per l'approvazione del bilancio preventivo e consuntivo e, in seduta straordinaria, tutte le volte che lo richiedano: il Presidente o la maggioranza del Consiglio Direttivo ovvero almeno un decimo dei Soci Qualificati.
L’Assemblea viene convocata dal Presidente o, in sua assenza, dal Vice Presidente Vicario o, in mancanza di questo, dal Vice Presidente con maggiore anzianità in Associazione, per posta elettronica, semplice o PEC, ovvero con lettera raccomandata da spedirsi almeno 20 giorni prima della data fissata per la riunione.
Qualora sussistano elementi di contrasto fra Presidente e Consiglio circa la convocazione dell’assemblea straordinaria, il Presidente, pur mantenendo la propria libertà d’azione, si consulterà preventivamente con il Comitato dei Garanti.
L’Assemblea, sia in seduta ordinaria che straordinaria, è validamente costituita, in prima convocazione, quando sono presenti tanti Associati che dispongono, in proprio o per delega, ove ammessa, della metà più uno degli aventi diritto al voto.
L’Assemblea, sia in seduta ordinaria che straordinaria, in seconda convocazione è valida con la presenza di almeno il 10% degli associati aventi diritto di voto.
Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e in quelle che riguardano la loro responsabilità i membri del Consiglio non hanno voto.
Per le variazioni dello Statuto è richiesta la maggioranza dei due terzi dei presenti, votanti in proprio o per delega.
Gli Onorari e gli Aderenti possono presenziare all’Assemblea senza diritto di voto.
L’Assemblea è presieduta da uno dei Soci Qualificati APCO ovvero dei Soci Qualificati APCO-CMC® presenti, Presidente incluso, nominato dall’Assemblea stessa.
Delle riunioni dell'Assemblea si redige processo verbale firmato dal Presidente dell'Assemblea e dal Segretario nominato dal Presidente. Il verbale viene messo a disposizione di tutti gli Associati.
L' assemblea può svolgersi con interventi dislocati in più luoghi, contigui o distanti, audio/video collegati, a condizione che siano rispettati il metodo collegiale e I principi di buona fede e di parità di trattamento degli associati, ed in particolare a condizione che:
(a) sia consentito al presidente dell'assemblea, anche a mezzo del proprio ufficio di presidenza, di accertare l'identità e la legittimazione degli intervenuti, regolare lo svolgimento dell'adunanza, constatare e percepire adeguatamente gli eventi assembleari oggetto di verbalizzazione;
(b) sia consentito al soggetto verbalizzante di percepire adeguatamente gli eventi assembleari oggetto di verbalizzazione;
(c) sia consentito agli intervenuti di partecipare alla discussione e alla votazione simultanea sugli argomenti all'ordine del giorno nonchè di visionare, ricevere o trasmettere documenti;
L’Assemblea:
a.     elegge il Presidente dell’Associazione;
b.     elegge il Consiglio Direttivo;
c.     elegge i Membri del Comitato dei Garanti, i Revisori dei Conti ed i Presidenti dei due Organi associativi;
d.     approva il programma triennale proposto dal Presidente;
e.     approva i piani operativi pluriennali ed annuali proposti dal Consiglio Direttivo;
f.      approva, su proposta del Consiglio Direttivo, i bilanci preventivo e consuntivo;
g.     delibera i rapporti di confluenza in APCO di altre Associazioni;
h.     approva eventuali modifiche allo Statuto;
i.      approva e modifica il Codice di Etica dell’Associazione;
j.      delibera la fusione di APCO in altre Associazioni o lo scioglimento dell’Associazione;
k.     discute e delibera relativamente ad ogni altro argomento posto all’ordine del giorno.
Ogni Associato votante, presente di persona all’Assemblea, può rappresentare, con delega scritta, non più di due altri Associati aventi diritto di voto. E’ prevista la possibilità di introdurre forme di voto informatico a distanza, le cui modalità sono definite nel Regolamento di Attuazione e Partecipazione.

Articolo 7. Consiglio Direttivo 
Il Consiglio Direttivo assicura il conseguimento degli scopi dell'Associazione, la messa in atto delle delibere dell’Assemblea ed è investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell'Associazione.
Il Consiglio Direttivo è composto da un numero pari di consiglieri, variabile fra 6 e 14, eletti dall’Assemblea fra i Soci Qualificati APCO e Qualificati APCO-CMC® e dal Presidente.
L’Assemblea precedente a quella in cui si voterà decide, su proposta motivata del Consiglio Direttivo, il numero dei Consiglieri da eleggere.
Fa inoltre parte di diritto del Consiglio Direttivo, per la durata di un anno, senza diritto di voto, l'ultimo Presidente dell'Associazione, se non rieletto.
Il Consiglio Direttivo si riunisce almeno sei volte nell’anno solare, con almeno una riunione ogni trimestre, su richiesta del Presidente o di almeno un terzo dei Consiglieri.
Il Consiglio Direttivo è presieduto dal Presidente dell’Associazione e, in sua assenza, rispettivamente da:
-    il Vicepresidente Vicario;
-    il Vicepresidente con maggiore anzianità in Associazione;
-    il Consigliere con maggiore anzianità in Associazione.
Il Consiglio Direttivo:
a.     istituisce la Commissione Soci e la Commissione Formazione e ne nomina i rispettivi Coordinatori;
b.     delibera l’accettazione degli Associati e la qualifica degli stessi, sulla base della proposta formulata dalla Commissione Soci;
c.     delibera la decadenza del Consigliere che non partecipi per almeno due volte consecutive al Consiglio Direttivo e non ne dia giustificazione per gravi motivi, delibera altresì la sua sostituzione con il primo dei non eletti nella stessa sessione elettorale o, in mancanza, con il primo dei non eletti nella sessione più recente;
d.     emana, modifica e annulla i Regolamenti dell’Associazione;
e.     designa o revoca i delegati dell'Associazione presso organismi esterni;
f.      nomina il Tesoriere;
g.     procede all'assunzione di eventuali Dipendenti, determinandone l’inquadramento e la retribuzione;
h.     delibera la costituzione, la modifica e la soppressione di Delegazioni Territoriali e ne nomina i relativi Coordinatori verificandone semestralmente le attività;
i.      approva la proposta di bilancio preventivo e consuntivo da sottoporre alla approvazione dell’Assemblea Generale;
j.      determina, su proposta del Presidente, le quote dei contributi associativi ed i termini entro i quali devono essere versate, pena la decadenza da Associato a norma della Legge n. 4/2013 e sue eventuali successive modifiche;
k.     delibera, su proposta del Presidente, la partecipazione a Bandi e Finanziamenti pubblici e a raccolta fondi per pubblica sottoscrizione;
l.      approva, su proposta del Presidente, la costituzione di Gruppi di Progetto, e qualsiasi altra iniziativa istituzionale, nominandone il Responsabile, nonché il loro cambiamento o scioglimento;
m.   approva, su proposta del Presidente, la costituzione delle Comunità di Pratica, nominandone il Responsabile, nonché la sostituzione dello stesso o lo scioglimento motivato della Comunità di Pratica
n.     discute e delibera relativamente ad ogni altro argomento posto all’ordine del giorno, se non di competenza dell’Assemblea.
Le riunioni del Consiglio Direttivo sono valide con la presenza della maggioranza dei componenti del Consiglio, presenti o collegati online. Le deliberazioni vengono prese a maggioranza dei presenti, senza tenere conto degli astenuti.
Le modalità di convocazione e svolgimento del Consiglio Direttivo sono specificate dal Regolamento di Attuazione e Partecipazione.
 
Articolo 8. Presidente
Il Presidente è eletto dall'Assemblea ogni tre anni fra i Soci Qualificati-APCO e Qualificati APCO- CMC®.
Egli ha la rappresentanza dell'Associazione nei confronti dei terzi ed in giudizio ed ha cura dell'esecuzione dei deliberati dell'Assemblea e del Consiglio Direttivo.
È compito del Presidente provvedere alla registrazione pubblica dello Statuto che presenti modifiche, entro tre mesi dall'approvazione delle stesse.
Il Presidente:
a.     convoca l’Assemblea;
b.     convoca e presiede il Consiglio Direttivo;
c.     nomina i Vicepresidenti;
d.     propone la costituzione di Gruppi di Progetto, delle Comunità di Pratica e di qualsiasi altra iniziativa istituzionale;
e.     indirizza e controlla la gestione economica dell’Associazione affidata al Tesoriere;
f.      propone le quote associative;
g.     formalizza l’ammissione di nuovi Soci o il cambiamento di qualifica di quelli in Associazione;
h.     comunica le decisioni assunte dal Comitato dei Garanti.
In caso di dimissioni, decesso, decadenza, impedimento permanente del Presidente, ne fa le veci il Vice Presidente Vicario fino al termine del mandato.
 
Articolo 9. Vicepresidenti 
I Vicepresidenti vengono nominati dal Presidente fra i componenti del Consiglio Direttivo, in numero non superiore ad un terzo dei Consiglieri, uno dei quali deve avere la qualifica di Vicepresidente Vicario.
Ai Vicepresidenti il Presidente affida incarichi particolari, con particolare riferimento alle iniziative istituzionali.
I Vicepresidenti fanno le veci del Presidente, in questo ordine:
-    il Vicepresidente Vicario;
-    il Vicepresidente con maggiore anzianità in Associazione.
 
Articolo 10. Tesoriere
E' un Socio Qualificato APCO ovvero Socio Qualificato APCO-CMC, nominato dal Consiglio Direttivo con il compito di sovrintendere alla gestione economica e finanziaria dell'Associazione, in conformità alle deliberazioni dell'Assemblea e del Consiglio Direttivo.

Qualora già non faccia parte del Consiglio Direttivo, partecipa alle sedute del medesimo ogni qual volta siano all’ordine del giorno argomenti che coinvolgono la sua attività.
 
La revisione dei conti dell'Associazione è curata dal Collegio dei Revisori dei Conti, composto da un Presidente, da due membri effettivi e da un supplente, tutti eletti dall'Assemblea tra i Soci Qualificati APCO ovvero Qualificati APCO-CMC® con qualifiche idonee allo scopo e al di fuori dei componenti del Consiglio Direttivo.
Il Collegio verifica periodicamente la regolarità formale e sostanziale della contabilità, la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili, accerta la consistenza di cassa e l’esistenza dei valori e dei titoli di proprietà dell’associazione, redige apposita relazione da allegare al bilancio consuntivo.
 
Il Comitato dei Garanti è l’organo collegiale di orientamento e di controllo dell’agire professionale degli associati APCO e contribuisce a tutelare l’immagine della consulenza di management e la reputazione dell’Associazione.
E’ composto da un Presidente, da due membri effettivi e da un supplente, eletti dall’Assemblea dei Soci tra i Soci Qualificati APCO e i Soci Qualificati APCOCMC® al di fuori dei componenti del Consiglio Direttivo e con esperienza, prestigio ed autorevolezza idonee al ruolo e alle responsabilità.
Il Comitato dei Garanti resta in carica per tre anni e i suoi componenti non sono rieleggibili per piu' di una volta consecutivamente.
Il Comitato dei Garanti:
·   promuove tra i soci l’attenzione all’etica dei comportamenti professionali e coopera, a questo fine, con gli altri organi dell’Associazione,
·   vigila sul rispetto del Codice di Etica e avvia, su segnalazione del Consiglio Direttivo o di altri colleghi o di soggetti terzi o quando comunque abbia notizia di comportamenti potenzialmente non corretti, la fase istruttoria per verificare la sussistenza di eventuali violazioni messe in atto da soci,
·   in caso di valutazione accertata di comportamenti lesivi del Codice di Etica, eroga le sanzioni previste e ne dà comunicazione al Presidente dell’Associazione che provvede alla loro attuazione,
·   interviene, su richiesta e on l'esclusione di qualsiasi altra giurisdizione, in caso di controversie che insorgano tra soci o tra l’Associazione e un socio e, qualora non rilevi la sussistenza di comportamenti lesivi, si adopera per un’amichevole composizione delle vertenza. In ogni caso giudica senza alcuna vincolo e con lodo formulato anche in via di equità, che gli Associati e la stessa Associazione si impegnano ad accettare senza riserve, con rinuncia espressa ad ogni impugnazione
·   monitora il regolare funzionamento dell’Associazione e dei suoi organi e, su richiesta del Presidente, esprime pareri sulla corretta interpretazione delle regole associative.
Le modalità operative del processo sanzionatorio sono descritte nel Regolamento di Attuazione e Partecipazione.
 
Articolo 13. Commissione Soci
La Commissione Soci è composta da un numero di Soci Qualificati Apco-CMC® non inferiore a tre e non superiore a 10, nominati dal Consiglio Direttivo che ne designa anche il Coordinatore.
Possono farne parte i Soci Qualificati APCO-CMC® che ne facciano richiesta al Presidente, esclusi   membri del Consiglio Direttivo.
Compiti della Commissione sono:
·   l’esame preventivo per l’ammissione di un nuovo socio da parte del Consiglio Direttivo;
·   la gestione del cambiamento di qualifica dei Soci, compresa la qualificazione CMC;
·   l’approvazione formale per l’entrata in Associazione degli Aderenti. Relativamente a queste attività la Commissione avanza proposte al Consiglio Direttivo per le decisioni in proposito.
La Commissione opera nel rispetto del Regolamento della Commissione Soci, che stabilisce:
-    i requisiti e le modalità di ammissione;
-    le regole di permanenza in Associazione;
-    i motivi e le modalità di cessazione.
La Commissione Soci può venire integrata con esponenti esterni in rappresentanza degli stakeholder. Le condizioni dell’inserimento degli esponenti esterni sono definite dal Consiglio nell’ambito del Regolamento della Commissione Soci.
Il Coordinatore della Commissione, partecipa alla sedute del Consiglio Direttivo ogni qual volta siano all’ordine del giorno argomenti che coinvolgono l’attività della Commissione.

La Commissione Formazione è composta da un numero di soci Qualificati APCO e Qualificati APCO-CMC® non inferiore a quattro e non superiore a otto (incluso il Coordinatore), nominati dal Consiglio Direttivo, che ne designa anche il Coordinatore.
La Commissione opera in coerenza all’articolo 5 comma 2 lettera D della Legge 4/2013.
Tale Commissione è dedicata alla formazione permanente principalmente degli Associati e più in generale di chi esercita la professione di consulente di management. Ha funzioni consultive e di proposta per l’organizzazione delle aree di indirizzo inerenti la formazione e realizza il collegamento organico fra l’Associazione e gli Associati per l’aggiornamento professionale e l’allineamento delle competenze manageriali. Esprime altresì pareri su argomenti e progetti formativi sottoposti dal Presidente, dai membri del Consiglio Direttivo, dale Delegazioni Territoriali e dalla Commissione Soci. Ha anche cura di individuare tutte le forme di finanziamento offerte dalle Regioni, Stato ,U.E. e di indirizzare l’avvio dei relativi progetti formativi.
Obiettivi della Commissione Formazione sono quindi:
·   la progettazione;
·   la pianificazione;
·   il coordinamento;
·   lo sviluppo e il monitoraggio dell’attività formativa, sia nella sua complessività, sia con riferimento ai singoli corsi ed ai singoli soci. Deve garantire che le iniziative formative promosse suscitino interesse negli Associati e nel mercato, ampliando quindi la base associativa e ponendo attenzione anche agli aspetti economici di tale attività.
La Commissione propone al Consiglio Direttivo i nominativi degli esperti cui affidare la responsabilità del singolo programma ovvero del singolo evento formativo definito.
Di concerto con la Tesoreria, imposta il budget annuale delle attività formative e ne monitora l’andamento, riferendone poi al Consiglio Direttivo, Il Coordinatore della Commissione, qualora non ne sia già Componente, partecipa alla sedute del Consiglio Direttivo ogni qual volta siano all’ordine del giorno argomenti che coinvolgono l’attività della Commissione.
Alla Commissione formazione compete la valutazione e la proposta al Consiglio dell’accreditamento delle attività formative altrui, contestualmente alla valutazione dei crediti da attribuire loro. La Commissione formazione ha il compito proporre al Consiglio l’attribuzione dei crediti anche per le attività formative e associative di Apco.
In carenza di possibilità di esame da parte della Commissione formazione, spetta al Coordinatore della Commissione formazione, d’intesa con il Presidente, la proposta di attribuzione dei crediti formativi da sottoporre poi a ratifica del Consiglio.
 
Articolo 15. Iniziative e attività istituzionali
Il perseguimento dei fini istituzionali generali e politici dell’Associazione è concretamente attuato attraverso iniziative e attività poste in essere dagli Organi Associativi Centrali e dalle Delegazioni Territoriali, sedi periferiche, filiali e rappresentanze nell’ambito delle direttive del Consiglio Direttivo.
Il Consiglio Direttivo può decidere di delegare a singoli Associati, anche al di fuori del Consiglio stesso, il coordinamento di iniziative e/o attività per specifici temi e/o aree di attività istituzionali permanenti, anche considerate strategiche.
Accanto alle iniziative/attività strutturali e permanenti di cui sopra, possono essere promosse e avviate attività con caratteristiche di progetto, con obiettivi e durata prefissati.
Tutte le attività istituzionali esercitate dagli Associati non sono remunerate, fatti salvi eventuali rimborsi spese autorizzati dal Consiglio Direttivo.
Il Presidente ed il Tesoriere hanno diritto ad uno specifico compenso definite annualmente dal Consiglio Direttivo nella fase di redazione del bilancio preventivo.

In linea con quanto previsto dall’art. 3, sono istituite le Comunità di Pratica. Esse sono unità organizzative inerenti specifici contesti di attività nei quali siano richieste particolari competenze specialistiche connotanti l’applicazione trasversale di competenze funzionali a quei contesti. Esse sono normati nell’apposito Regolamento per la creazione e la gestione delle Comunità di Pratica.
I Coordinatori delle Comunità di Pratica possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, su invito del Presidente, senza diritto di voto.
 
Articolo 17. Patrimonio ed Entrate 
Il patrimonio dell’Associazione è costituito da:
·   da fondi costituiti con avanzi finanziari dell'esercizio precedente;
·   da erogazioni, donazioni, lasciti di Associati e di terzi;
·   dai beni mobili e immobili che diverranno di proprietà dell’associazione;
·   contributi straordinari dei soci.
L’Associazione nello svolgimento della propria attività opera per mezzo delle seguenti entrate:
·   dalle quote sociali;
·   da prestazioni di servizi convenzionati;
·   da proventi delle cessioni di beni o prestazione di servizi agli associati e a terzi, anche attraverso lo svolgimento di attività economiche di natura commerciale svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali;
·   da entrate ottenute attraverso la partecipazioni a bandi e finanziamenti pubblici;
·   da contributi e finanziamenti di enti pubblici nonché di sponsorizzazioni nazionali e internazionali;
·   da altre entrate compatibili con le finalità sociali compresi fondi raccolti per pubblica sottoscrizione (a titolo esemplificativo il crowdfounding).
Le quote sono annuali ed il loro versamento deve avvenire in via anticipata all'atto della prima iscrizione, quando accettata dal Consiglio Direttivo, e successivamente all'inizio di ogni anno sociale secondo quanto stabilito dal Consiglio Direttivo.
Il Consiglio Direttivo potrà inoltre stabilire quote di ammissione "una tantum" da versarsi all'atto della prima iscrizione e ai fini dell’ammissione all’esame di qualificazione, nonché del rinnovo della stessa.
È facoltà di ogni Socio effettuare erogazioni e versamenti volontari.

Articolo 18. Rendiconto 
L'esercizio finanziario chiude il 31 dicembre di ogni anno.
Verranno predisposti dal Consiglio Direttivo, su proposta del Tesoriere, il rendiconto consuntivo e il preventivo del successivo esercizio che dovranno essere sottoposti all'approvazione dell'Assemblea.
 
Articolo 19. Clausola Arbitrale
Tutte le eventuali controversie, di qualsiasi natura, che potessero insorgere tra gli associati, ovvero tra uno o più associati e l'Associazione, anche in ordine alle disposizioni del Codice di Etica e dei Regolamenti, saranno sottoposte, con l'esclusione di qualsiasi altra giurisdizione, all'esame e al potere decisionale del Comitato dei Garanti.
Il Comitato dei Garanti giudicherà senza alcuna vincolo e con lodo formulato anche in via di equità, che gli Associati e la stessa Associazione si impegnano ad accettare senza riserve, con rinuncia espressa ad ogni impugnazione.
 
Articolo 20. Scioglimento
Per deliberare lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio occorrono le maggioranze di Legge. L'assemblea che delibera lo scioglimento dell'associazione nomina uno o più liquidatori, scelto/i anche fra i non associate determinandone i compensi e delibera sulla destinazione del patrimonio che residua dalla liquidazione stessa a favore di altra Associazione con finalità analoghe o a fini di pubblica utilità, sentito l’organo di controllo, ove esista, e salva diversa destinazione prevista dalla legge.
 
Articolo 21. Disposizione Finale
Per tutto quanto non previsto dal presente statuto si fa rinvio alle norme del Codice Civile.
 
Approvato dall’Assemblea il 18 aprile 2016.

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